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SPAZIO BARBARO - Homo omini lupus

A proposito di lupi, la 'parola irriverente del nostro Nanni

di Nanni Barbaro - 15 maggio 2024 07:00

Ho avuto il mio bel da fare per convincere più di uno al fatto che se un lupo attacca le pecore e le sbrana non è per una questione personale tra lupi e ovini ma perché la Natura è basata su una scala alimentare che deve garantire la sopravvivenza a tutte le specie create, quindi anche ai lupi.

Evidentemente c’è chi stupisce seriamente del fatto che i lupi, i cinghiali, le faine, i rapaci e tutte le altre specie predatorie presenti nel nostro territorio, non abbiano ancora acquisito la civilissima consuetudine di andare a comperare la carne al supermercato invece che devastare pollai e greggi. Tanta è la distanza siderale che ci divide dal nostro passato, nemmeno tanto remoto, che veramente ci scandalizza e ci fa inorridire il fatto che un animale selvatico vada a uccidere animali domestici.

 Si sono persino dimenticati che da millenni l’uomo ha provveduto a difendersi da questa calamità adottando contromisure tipo i cani da pastore, le tagliole, le trappole, i gatti, i falchi ecc.. L’antica giostra della Natura, con i suoi equilibri e le sue leggi, è un capitolo della storia che è sparito dalla nostra memoria collettiva, ed è la peggiore iattura sociopsicologica che ci poteva capitare. Sono millenni che si gioca una partita serrata e senza esclusione di colpi tra individui che devono risolvere il cruciale problema dell’alimentazione, in ogni angolo del globo, ma molti pensano che sia una questione che riguardi solo le immagini di SuperQuark.

Inutile persino far notare che essendo l’uomo in cima alla catena alimentare, essendo onnivoro e soprattutto essendo un consumatore incontrollato ed incontrollabile di alimenti di ogni tipo, fino ad arrivare a livelli di spreco che fanno orrore al Padreterno, sarebbe da considerare lui il pericolo più grande per ogni tipo di sopravvivenza vegetale e animale che non sia la sua e quella dei suoi simili. Inutile ricordare che un solo uomo è capace di infliggere danni non a sparute greggi o mandrie ma di fare estinguere miliardi di esemplari nel giro di pochi decenni, con tutte le conseguenze economiche e sanitarie del caso.

Lupo e pecora si fronteggiano eroicamente da millanta anni e fosse per loro non si estinguerebbero mai perché sanno dove fermarsi e anche perché ci sono sempre stati grandi arbitri di gioco che sono stati i cani da pastore e la saggezza dei pastori stessi. Coi topi, per esempio, stiamo perdendo definitivamente la battaglia perché è invalsa l’insana consuetudine di sterilizzare i gatti invece che incrementarne il numero, con la scusa che il randagismo è un problema. E intanto i topi dilagano dappertutto e fanno danni incalcolabili, oltre le malattie che possono trasmettere. Dice, si, c’è la spazzatura e mangiano tutti tranquillamente lì senza perdere tempo e calorie a rincorrersi, ma se la spazzatura venisse tolta apparirebbe drammatica la sperequazione tra felini e roditori. In alcuni paesi asiatici è accaduto e ora sono impegnati duramente a contrastare i roditori.

D’altra parte, siamo in Calabria, dove l’unica legge condivisa e riconosciuta è quella del “mio”. Nulla e nessuno esiste al di la della mia proprietà, uomo o lupo che sia. In Calabria è facile assistere alla scena di uno che si dispera perché una pioggia forte gli sta rovinando le “Sue” tegole o un fuoco gli sta bruciando “i suoi” alberi. Non gliene fotte assolutamente nulla se la pioggia porta beneficio e tutto il sistema nel quale egli vive né che il fuoco minacci di distruggerglielo. Basta che nessuno tocchi le sue tegole e i suoi alberi. Figurarsi le sue pecore e le sue galline.

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