SPAZIO BARBARO - Gallina Vecchia
Uno dei misteri più oscuri e incomprensibili di questa città
di Nanni Barbaro - 18 marzo 2024 07:50
Sere fa scendevo in macchina dalla strada di Gallina, che come borgo non è malaccio, soprattutto nella parte vecchia. Peccato che una buona parte dell’abitato sia in disuso, anche per via dell’emigrazione immagino. Chi conosce quella zona sa che da li si gode un panorama spettacolare di tutto lo Stretto, come del resto da tutte le zone di alta collina di Reggio, da Nord a Sud, le quali zone però sono accomunate da un unico triste destino, quello di presentare una estetica delle abitazioni per la maggior parte veramente orripilante. Molte sono le case che si affacciano su quello splendido panorama ma è evidente che sono estranee le une all’altro: tanto quelle case sono orrende quanto lo Stretto sicuramente si rifiuta di riconoscerle come dirimpettai e sotto sotto fa il tifo per la falda.
È uno dei misteri più oscuri e incomprensibili di questa città, insieme a quello del libero arbitrio della spazzatura, dell’anarchia manicomiale dei parcheggi, della estrosità da sostanze stupefacenti nel disegno delle piste ciclabili. Sarà vero ciò che tanti scrittori e storici hanno affermato? Essendo una città che viene rasa al suolo ogni centinaio di anni tanto vale non buttare via troppi soldi per fare case sofisticate. Ma se questo fosse vero le nostre case dovrebbero somigliare a delle palafitte lontane almeno 500 metri della battigia per via degli tsunami.
E potremmo bellamente risparmiarci pure un patio elegante a piano terra. Invece facciamo due rustici al quinto e sesto piano, così i crolli vengono più spettacolari e i sopravvissuti possono chiedere indennizzi maggiorati sui risarcimenti per calamità naturali. Viviamo in preda al terrore del terremoto eppure facciamo di tutto perché ci danneggi il più possibile.
Decine di geologi hanno definito da tempo “zona cimiteriale” in caso di sisma 1908/bis buona parte della città e noi continuiamo a tirare su locali che al momento opportuno cambieranno la vocale “a” in vocale “u”. Da cosa ci viene questa follia è difficile dirlo ma appare abbastanza facile dedurne che tale è ormai il livello di individualismo e asocialità al quale siamo pervenuti che ormai non ci si limita più e solo ai parcheggi a cazzo, allo spargimento scrupoloso di spazzatura su tutto il territorio, persino alla contaminazione cancerogena di torrenti, acquedotti e lidi balneari, ma si arriva persino alla altrettanto scrupolosa edificazione di abitati talmente orrendi a vedersi che per Messer Sisma sarà una goduria erotica raderli al suolo.
Tanto, che problema c’è? I sopravvissuti andranno avanti per un altro secolo tra vittimismo, fatalismo e quel Garibaldi che ha venduto il meridione ai piemontesi. Il tutto, ovviamente, riedificando rustici uno dietro l’altro cogli indennizzi di stato per calamità naturali. Se i governanti tenessero conto di quanto siamo noi reggini stessi la vera calamità naturale, gli indennizzi dovrebbero avere la stessa sorte che ha avuto recentemente il reddito di cittadinanza.