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XIII giornata nazionale del fiocchetto lilla: DCA: Segni Premonitori e Approccio Empatico

Uno dei segnali più evidenti di cambiamento nel rapporto con il cibo è un improvviso e significativo aumento o diminuzione dell'appetito

di Vincenzo Maria Romeo - Pisichiatra Psicoterapeuta- - 16 marzo 2024 15:28

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) rappresentano una sfida complessa e diffusa che colpisce individui di tutte le età, generi e background socio-culturali. Questi disturbi, che includono anoressia nervosa, bulimia nervosa, binge eating disorder e disturbo dell'alimentazione incontrollata, possono avere gravi conseguenze sulla salute fisica, mentale ed emotiva delle persone colpite, ed è importante nell’ approccio a queste problematiche oggi il ruolo della famiglia, l'impatto dei social media e l'importanza di un approccio empatico con il vissuto di chi lo soffre.

SEGNALI DI CAMBIAMENTO DEL CONTATTO CON IL CIBO

E’ importante riconoscere i segnali precoci dei DCA. Uno dei segnali più evidenti di cambiamento nel rapporto con il cibo è un improvviso e significativo aumento o diminuzione dell'appetito. Se una persona mostra un improvviso disinteresse per il cibo o, al contrario, inizia a mangiare in modo eccessivo senza apparente ragione, potrebbe essere il momento di indagare più a fondo sulle cause di questo cambiamento.

Altro segnale importante è la comparsa di comportamenti alimentari distorti o disfunzionali. Questi possono manifestarsi attraverso abitudini alimentari estreme, come diete estremamente restrittive o episodi di abbuffate seguiti da comportamenti di purga. Inoltre, prestare attenzione a rituali ossessivi legati al cibo, come il conteggio ossessivo delle calorie o l'evitare determinati gruppi alimentari, può fornire importanti indizi sullo stato del rapporto di qualcuno con il cibo. Da non sottovalutare poi la rigida necessità di seguire prescrizioni o autoprescrizioni alimentari restrittive che non diano spazio ad una logica di armonico contatto con il cibo, sempre più in aumento.

Cambiamenti nel comportamento emotivo possono anche essere indicatori significativi di un cambiamento nel rapporto con il cibo. La comparsa di ansia, depressione o irritabilità in relazione al cibo o all'immagine corporea può indicare un rapporto problematico con il cibo che richiede attenzione e supporto. Anche i cambiamenti fisici possono offrire segnali importanti. La perdita di peso improvvisa e non intenzionale o, al contrario, un aumento di peso significativo possono essere indicatori di problemi di salute sottostanti o di disturbi del comportamento alimentare.

Infine, prestare attenzione agli atteggiamenti e ai commenti riguardanti il cibo e il corpo può offrire preziose indicazioni sullo stato emotivo e mentale di qualcuno. Frasi come "non merito di mangiare o devo perdere peso a tutti i costi; possono indicare un rapporto distorto con il cibo che richiede un intervento tempestivo e compassionevole. Già nei bambini osserviamo timori legati al cibo, mentre nei ragazzi senza dubbio l’ ossessione per il raggiungimento di un corpo muscoloso o che abbia una determinata linea deve rappresentare un segnale d’attenzione.

TRAUMA E DCA

Un aspetto cruciale è il legame tra disturbi alimentari e traumi psicologici. Spesso, i traumi emotivi possano influenzare il rapporto con il cibo e il corpo, portando alla comparsa di disturbi alimentari. Molte persone che hanno vissuto traumi possono sviluppare una relazione distorta con il cibo, utilizzandolo come modo per affrontare il dolore emotivo o per esercitare un senso di controllo in un mondo che sembra sfuggire di mano. Questo può manifestarsi attraverso comportamenti alimentari estremi come restrizione, abbuffate o comportamenti di compenso/evacuazione.

Inoltre, i traumi possono influenzare il modo in cui un individuo percepisce il proprio corpo. Le esperienze traumatiche possono portare a sentimenti di disgusto, vergogna o autolesionismo, che possono contribuire allo sviluppo di disturbi dell'immagine corporea e disturbi alimentari come l'anoressia nervosa o la bulimia nervosa. In alcuni casi, le persone possono utilizzare la restrizione alimentare come mezzo per cercare di modificare il proprio aspetto fisico in risposta a traumi vissuti, sperando di raggiungere un senso di sicurezza o autocontrollo attraverso il controllo del loro corpo.

Allo stesso tempo, è importante riconoscere che i disturbi alimentari stessi possono essere traumatici. La lotta costante con il cibo e con l'immagine corporea può causare un notevole stress emotivo e psicologico, alimentando un ciclo dannoso di autodistruzione e autoisolamento che può essere estremamente difficile da interrompere.

IL FOCUS SULLA FAMIGLIA

La famiglia svolge un ruolo fondamentale nel sostegno dei pazienti affetti da anoressia, ma può anche rappresentare una fonte di stress aggiuntivo. E’ importante rimanere in guardia, in un’ epoca governata dall’ immagine e dal virtuale, contro il giudizio e il body shaming, anche purtroppo all'interno delle famiglie stesse, e provare ad aprire lo sguardo e le braccia in maniera empatica e comprensiva a chi individuiamo possa avere un contatto complicato con il cibo e la nutrizione.

La comunicazione aperta e empatica è essenziale per affrontare i disturbi alimentari all'interno della famiglia. I membri della famiglia devono essere in grado di parlare apertamente dei problemi legati all'alimentazione e all'immagine corporea, senza paura di giudizi o critiche. Il sostegno emotivo e affettivo della famiglia è fondamentale per coloro che lottano con disturbi alimentari. I membri della famiglia devono offrire un ambiente sicuro e accogliente in cui il paziente si senta compreso, sostenuto e amato, nonché avere la sensibilità e la forza di sentirsi corresponsabili del percorso di cura.

Il coinvolgimento attivo nel percorso di guarigione è infatti essenziale per il recupero del paziente. La famiglia deve essere pronta a sostenere il paziente durante tutto il processo di trattamento, partecipando attivamente alle sessioni terapeutiche, offrendo supporto nel mantenimento di comportamenti alimentari sani e incoraggiando il paziente a seguire il percorso di guarigione con determinazione e fiducia.

La famiglia, anche in termini preventivi, deve promuovere uno stile di vita sano e equilibrato che includa abitudini alimentari sane, attività fisica regolare e un adeguato riposo e gestione dello stress. Questo può aiutare a prevenire la ricaduta nei disturbi alimentari e a promuovere il benessere complessivo del paziente e della famiglia.

SOCIAL E NUOVI MODELLI DI RIFERIMENTO

I social media possono esercitare un impatto significativo sull'immagine corporea e sull'autostima, contribuendo al perpetuarsi dei disturbi alimentari. I social media sono spesso saturi di immagini e messaggi che promuovono standard irrealistici di bellezza e perfezione fisica. Questi ideali inaccessibili possono alimentare una distorsione dell'immagine corporea e portare a sentimenti di insicurezza e inadeguatezza tra coloro che li consumano. Le foto ritoccate e le influenze dei cosiddetti influencer; possono creare aspettative irrealistiche riguardo al proprio aspetto fisico, contribuendo così allo sviluppo di disturbi alimentari come l'anoressia nervosa e la bulimia nervosa. 

I social media facilitano il confronto sociale costante, in cui gli individui sono costantemente esposti alle vite apparentemente perfette degli altri. Questo può portare a una costante autovalutazione negativa, in cui le persone si paragonano agli altri e si sentono inadeguate o inferiori. Questo tipo di confronto costante può danneggiare gravemente l'autostima e contribuire ai disturbi alimentari, poiché le persone cercano di conformarsi agli standard irrealistici imposti dalla società.

I social media possono anche promuovere comportamenti alimentari dannosi attraverso la condivisione di contenuti correlati alla dieta estrema, all'attività fisica eccessiva e all'auto-denigrazione legata al proprio aspetto fisico. Questi contenuti possono essere estremamente dannosi per coloro che sono vulnerabili ai disturbi alimentari, incoraggiando comportamenti disfunzionali e dannosi per la salute. Nonostante gli impatti negativi, i social media possono anche offrire una fonte di supporto e risorse educative per coloro che lottano con i disturbi alimentari. Proprio per questo, dobbiamo costruire modelli formativi che prevedano la necessità di educare sui rischi associati all'uso dei social media e promuovere una cultura del corpo sana e positiva. In questo, l’appello alle agenzie educative e alle istituzioni scolastiche e universitarie rappresenta la spinta ad una dimensione informativa, ma soprattutto di prevenzione primaria.

I disturbi del comportamento alimentare oggi rappresentano una grande sfida, sempre più complessa ed articolata in base alle variabili che la dimensione post digitale ha aggiunto, e che richiedono un approccio olistico e empatico. La comprensione dei segnali precoci, il sostegno della famiglia e una consapevolezza critica dei media sono fondamentali per affrontare questa sfida e promuovere il benessere e la guarigione dei pazienti affetti da questi disturbi.

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