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SPAZIO BARBARO - Fenomeni Orizzontali

Non se ne vedono da anni, aerei, atterrare al Minniti e sarebbe cosa alquanto strana e più che altro non sperata...

di Nanni Barbaro - 20 febbraio 2024 12:14

Metà mattinata di metà Febbraio, cielo sgombro senza il minimo indizio di pioggia, che irradia luce splendente su una terra che non si ricorda nemmeno più cosa sia la pioggia. Lo scenario è quello dello Stretto di Messina, guardato da Sud verso Nord, precisamente dal Lungomare, di Reggio ovviamente. Gli adorni sono appena all’inizio del giro di boa e in questo periodo staranno cominciando a fare dei voli di allenamento a raggio sempre più largo, dalle parti di Libia, Cirenaica, Somalia ed altre perdute colonie italiche tragicomicamente perdute ai tempi mitici di Faccetta Nera. Arriveranno sullo Stretto da Maggio in poi, salvo perturbazioni misteriose e inaspettate. Tutto può essere, ormai.

Non sono previste altre migrazioni di pennuti, men che meno da Nord. Le rondini non hanno ancora fatto primavera anche se date le temperature nessuno avrebbe da ridire se la facessero.

Tuttavia un volatile si delinea proprio in direzione Eolie e mantiene una quota costante che farebbe pensare a un uccello stanco che approfitta della boria per planare da qualche parte il prima possibile. Dalla direzione che ha sembra proprio che sia Reggio l’approdo preferito e questo attira l’attenzione delle decine di passeggiatori del chilometro più bello d’Italia (o più lungo, come disse qualche altro che sicuramente non era D’Annunzio, che per la cronaca sembra non aver proferito nemmeno la prima).

“Aereo non può essere” si dicono tutti, simultaneamente, nel mentre, per via dello stop repentino della marcia, si è causato un modesto accatastamento, con rumoroso scatafascio, di bici elettriche e non elettriche che si sono tamponate tra di loro o hanno tamponato passanti innocenti e bambini col triciclo.

Non se ne vedono da anni, aerei, atterrare al Minniti e sarebbe cosa alquanto strana e più che altro non sperata (Si, è una citazione dal Gorilla di De Andrè. Mi autodenuncio prima che qualcuno chiami la Siae).

Tuttavia il volatile continua ad avvicinarsi, non sbatte le ali e punta decisamente verso la città. Molti cittadini hanno esternato tutto il loro scibile in materia di ornitologia per capire di che razza di uccello si tratti ma nessuna nozione in materia sembra attendibile.

Quando il pathos è al massimo ecco che dall’oggetto volante non identificato parte una giga irlandese sul motivo di “mcNaught holidays” (me lo sono inventato ora, non ho idea se esista davvero e soprattutto se si scriva così) e finalmente l’oggetto volante si delinea non più di prospetto ma di lato e finalmente si appura che si tratta veramente di un aereo, color bianco e blu, con la scritta Ryanair e un logo che rappresenta una cornamusa e una bottiglia di irish whisky (pure questo me lo sono inventato, il logo cioè, ma dovete ammettere che è carina come idea).

Non fa in tempo a toccare terra al Minniti che l’intera città è in pellegrinaggio verso l’aeroporto, in lacrime (sia la città che lo stesso aeroporto) e appena arrivati nei pressi del Sacro Recinto, chi manda un bacio, chi getta un fiore, chi si prenota per due ore.

(Si, lo so, anche l’ultima riga è una citazione. Lasciate stare in pace la Siae. È il giorno del compleanno del Maestro, oggi che scrivo, e mi sembrava la frase più adatta, che anche lui sicuramente avrebbe condiviso, viste le circostanze un po originali. La prossima puntata è dedicata alla descrizione dettagliata delle rotte previste per il futuro. Buon volo a tutti (se durano)

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