Spazio Barbaro: Capodanno Rai: dopo Crotone, Reggio Calabria?
La parola irriverente di Nanni Barbaro
di Nanni Barbaro - 29 settembre 2024 09:02
La Rai! Nemmeno la Rai è stata mai prodiga di regali verso Reggio Calabria. Persino le previsioni del tempo arrivano massimo a Lamezia: da lì in giù, o che si bolla di caldo o che si anneghi in mezzo a bufere devastanti, nessuno ha il diritto di sapere a quale meschina sorte andiamo incontro e credo sia proprio per questo che spesso e volentieri si emanino allerte gialle e rosse a come viene viene, facendo perdere preziose giornate di scuola agli studenti, che magari ne approfittano per andare al mare laddove erano previste bufere e calo a picco delle temperature e i loro genitori, costretti a un giorno di ferie dolorosamente defalcato da quelle natalizie, fanno tre lavatrici passando la giornata a stendere i panni e a mandare a fare in culo sindaci, protezione civile, governo e se capita pure il buon Dio, che in definitiva, soprattutto qui da noi, è considerato il principale artefice delle situazioni climatiche, ciò comportando, soprattutto dopo questa estate terrificante, un notevole incremento dell’ateismo al quale il diretto interessato ha replicato mandando una pioggia insistente il giorno della calata della Madonna, intensificando appunto le “calate” stesse. Della Madonna, sempre.
La Rai ha invece dato dimostrazione di essere molto meno vendicativa e permalosa del Padreterno e ci sta apparecchiando un regalo di fine anno
milioni di volte superiore a quello che era stato, sul piano delle sole illusioni purtroppo, il Quinto centro siderurgico, la Liquichimica e l’Officina Grandi Riparazioni delle Ferrovie: sto parlando dello show di fine anno che a quanto pare sarà trasmesso da Reggio Calabria proprio la notte di San Silvestro, salvo recrudescenze permalose del Maximo Factor che magari quella notte manderà tutti gli uragani vanamente paventati da decine di allerte rosse e gialle degli ultimi tre anni.
E’ un regalo clamoroso, incredibile, inaspettato e persino commovente! Avete idea di cosa significhi, per migliaia e migliaia di reggini, potersi sottrarre alla festa di fine anno in famiglia? No, dico, avete la minima idea di cosa significhi poter finalmente evadere da quella serata micidiale che trabocca di noia, di puzza di baccalà fritto, di televisori al massimo, di bambini che scorrazzano per casa urlando come Apaches durante l’assedio di Fort Laramie, di mogli incazzate perché i mariti hanno dimenticato il mezzo chilo di farina che mancava per fare quelle dieci crispelle in più da portare ai vicini per non fare mali cori?
Avete la minima idea del sollievo di sottrarsi a tre primi piatti, sette secondi piatti, cinque contorni, ventisei varietà di torroncini, i lancinanti dilemmi tra pandoro e panettone o, dilemma nel dilemma, se farciti o semplici? Della voglia irresistibile di timpulate alla figlia che non si sa per quale stracasso di motivo aborrisce i canditi nel panettone nonostante si abboffi dalla mattina alla sera di patatine e gingomme ultracaloriche e oltretutto non faccia due passi a piedi manco morta?
Vi pare niente, a voi, avere un’alternativa di piazza alla desolante solitudine di un padre di famiglia o di un nonno che non trovano manco a pagarli altri due sventurati per una stuppa e men che meno possono sperare in una tombola familiare visto che la gente non accetta ormai altro in mano, di piccolo e rettangolare come una cartella, che un cellulare? Il tablet ha sostituito il tombolone: i ceci vengono divorati abbrustoliti come antipasto e non più usati per coprire i numeri?
Figuriamoci! Ci sono notizie, accertate, di condomini i cui abitanti, alla notizia della messa in onda del “Capodanno da Reggio Calabria” hanno improvvisato trenini e capannelli nel cortile facendo manichi d’ombrello clamorosi e veementi a figli, mogli, suocere, cognati, vicini. I quali, non sapendo dapprima il motivo di tanta acrimonia e daddopo appresa la notizia, anche loro o sono scesi in cortile per unirsi ai festeggiamenti o hanno aspettato che finisse il primo turno per scendere loro e vendicarsi di tutto facendo per giunta sapere a tutto l’abitato che “loro hanno delle conoscenze e sicuramente saranno in prima fila allo spettacolo 'nto culu a ttia!”.
Se non fosse una palese esagerazione e se non suonasse offensiva verso i caduti della guerra partigiana si potrebbe dire che questa della serata televisiva in diretta da Reggio Calabria è la prima vera Festa della Liberazione della città dopo decenni di tristi interludi dopo che le festose tombole di fine anno erano finite, le tv erano in bianco e nero, si mangiava il giusto e si festeggiava l’arrivo del nuovo anno con un massimo di due cartucce a pallini piccoli sparati dai balconi.
Perché uno spettacolo televisivo in diretta a Reggio Calabria significa pure calo drastico della fucileria, pistoleria, mitreria e scacciacaneria che avrebbero fatto somigliare la città, ancora una volta, a quella che è stata un tempo Beirut (e che presto potrebbe tornare ad essere) e a quella che purtroppo ancora è Gaza o Kiev. Non è il caso. Viva la Rai e speriamo tutta Reggio sia in piazza davanti ai presentatori in lustrini e alle soubrettes scosciate.