Spazio Barbaro: Di tutto un po'
Di parcheggi e di altre mode
di Nanni Barbaro - 04 novembre 2024 08:11
Era da qualche tempo che mi chiedevo, con una certa apprensione, quali pessime mode non avessero ancora attecchito, qui a Reggio, visto che finora le abbiamo collezionate tutte, con invidiabile solerzia e viva adesione. Talvolta con tale enfasi da addirittura perfezionarle, rivisitarle e rimandarle indietro arricchite, elaborate. Credo che se in molte città italiane si ravvisino, da qualche decennio a questa parte, modi molto originali e inediti, per esempio, di parcheggiare l’auto, gli scooter e le biciclette elettriche (ma pure con quelle meccaniche, se ci impegniamo, sappiamo creare cose egregie) è perché noi siamo stati capaci di assimilare certe usanze (di solito provenienti dai paesi del terzo mondo o da settori incontrollabili delle moderne città europee tipo banlieu parigine o taluni sobborghi londinesi) creando geometrie e dinamiche assolutamente innovative, soprattutto a beneficio delle Casse Comunali di molti grossi centri, che hanno legittimamente inasprito le pene pecuniarie per i trasgressori.
Ciò significa che noi, a Reggio, praticamente viviamo immersi in un potenziale economico quasi simile a quello del gas russo se solo applicassimo le giuste sanzioni a tutte le infrazioni commesse, soprattutto alla guida e soprattutto del soprattutto ai suddetti parcheggi e alla manutenzione dei nostri mezzi di trasporto.
Rimirate, per esempio, Via De Nava nell’ora di punta o all’ora dell’apericena e fate un calcolo a mente di quanto ricaverebbe il Comune dalle multe comminate per parcheggi con le seguenti varianti: a spina di pesce con ruota anteriore destra palesemente disposta a interdire efficacemente il transito di carrozzine, passeggini, anziani con la spesa. Parcheggi in doppia fila, parcheggi in tripla fila, parcheggi in quadrupla fila con autisti dell’Atam fortemente propensi a munirsi di ascia e/o mazza per smussare gli angoli ed aprirsi un varco.
Parcheggi a motore e luci accese e conseguente crearsi di code di ignari cittadini convinti che la macchina sia ferma a un semaforo. L’ultima trovata, sempre in tema di mezzi di trasporto, riguarda gli scooter. Ho fondati motivi per credere che ognun di voi che legge abbia avuto modo di avvertire come un angoscioso senso di mancamento cardiaco all’approssimarsi e al passaggio di scooter praticamente marmittaesenti che producono un fracasso assai simile, in decibel, a quello di un jet durante la fase di decollo.
Pare che a nessun cittadino sia stato risparmiato questo martirio, breve ma non per questo meno cruento e traumatico, almeno dieci volte al giorno in qualsivoglia zona della città. Ho motivo di ritenere che pure le forze dell’Ordine abbiano avuto un vago sentore di questa apocalisse che cresce ogni giorno di più ma finora di pattuglie appositamente scelte per levare la pelle, anche in senso non metaforico, a questi cialtroni, se ne stanno vedendo poche. Ci si domanda a quali livelli di tachicardia e di ansia indotta bisogna arrivare perché si provveda a stroncare questa fetentissima usanza, che porta a livelli veramente siderali il livello di inciviltà e di disprezzo del prossimo.
Per quel poco che ne so di meccanica oserei aggiungere che è pure una moda chiaramente a danno dello stesso “produttore” in quanto un motore senza marmitta non è destinato a fare vita lunga, così come i timpani di chi è seduto sopra. Ma da noi il concetto di “convenienza” è storicamente estraneo ai nostri costumi socioeconomici, altrimenti smetteremmo di acquisire il 98% delle peggiori mode esistenti al mondo. E quindi: non ci bastavano le demolizioni staliniste del vecchio abitato per sostituirlo con “abitazioni” chiaramente ispirate ai peggiori sobborghi di Tunisi, non ci bastava la devastazione dei giardini mediterranei con gebbie e canalette per poi lasciar crescere una libera e incolta vegetazione che non andando via nemmeno col napalm bisogna misericordiosamente spianare con le ruspe per farci ipotesi di centri sportivi che forse vedranno la luce nel quarto millennio.
Persino la moda dei Suv e dei fuoristrada ha attecchito alla grande, lungo strade che bastano appena per una cinquecento prima produzione. Ma mi spingerei a parlare anche di cose minimali come certi capi di abbigliamento, certe acconciature, certi “profumi” che tornerebbero utili a una efficace lotta contro i topi e le zanzare e invece noi portiamo addosso con una nonchalance tragicomica veramente incredibile.
E vabbè. Se proprio non possiamo (e non dobbiamo) intervenire sulle scelte individuali delle persone circa abbigliamenti, zazzere e profumi, che almeno si intervenga su quelle mode che sono di oggettivo e grave disturbo alla quiete pubblica. In una sola parola. “ttaccàtili!”