Eventi, costume e società

Tre giorni nella follia di Modigliani, un film non per tutti

Johnny Deep e Riccardo Scamarcio dividono la critica ed il pubblico

di Elmar Elisabetta Marcianò - 12 dicembre 2024 11:32

Riccardo Scamarcio si è recentemente cimentato nel difficile ruolo di Amedeo Modigliani, pittore e scultore italiano di fama internazionale, in un biopic diretto da Johnny Depp che torna alla regia dopo diversi anni. Una 'strana coppia' per un progetto ambizioso che ha suscitato reazioni contrastanti dividendo pubblico e critica. Depp, fin dai primi fotogrammi offre una visione ironica con invenzioni che prendono spunto dal cinema muto ben riuscite, ma decisamente scollegate dalla visione drammatica che il pubblico ha della vita di Modigliani. Visioni che confondono e in un certo senso risultano troppo provocatorie, sicuramente non adatte al giudizio del grande pubblico, ma decisamente affascinanti per un fruitore capace di andare oltre e insinuarsi nei significati più profondi.

Scamarcio riesce a trasmettere con efficacia la turbolenza interiore e il tormento emotivo di Modigliani, figura emblematica di una Parigi bohémien agli inizi del Novecento che grazie ad un'ottina fotografia riesce a 'coinvolgere' il pubblico nelle atmosfere più autentiche della patria dei 'maudit'. La capacità di Scamarcio di rappresentare l’intensità e la passione artistica del pittore è palpabile, in particolare nelle scene che lo vedono affrontare i suoi dilemmi personali, distinguendosi per un certo magnetismo.

Il ritratto di Modigliani proposto da Scamarcio, risente di una certa influenza della regia. In alcune scene, infatti, Scamarcio e Depp si confondono tanto nei gesti e che è difficile non visualizzare Depp, nonostante questo l'attore trova il suo personale registro portandolo fino alla fine in maniera originale e alternativa. Dolore e fragilità del personaggio sono resi con autenticità all'interno di una interpretazione indubbiamente coraggiosa e visibilmente frutto di uno studio approfondito, anche se non riesce sempre a cogliere appieno le sfumature più complesse e universali di Amedeo Modigliani. Rimane, comunque, una prova interessante, che incarna l'essenza tormentata dell'artista, donando al personaggio una significativa profondità emotiva. Il suo Modigliani è una figura complessa, che vive in bilico tra genio e autodistruzione, tra l'amore per l'arte e le ferite inflitte dalle sue fragilità personali e dal contesto storico in cui si muove. La performance si distingue per la capacità di trasmettere la passione febbrile di Modigliani per la pittura, ma anche il suo conflitto interiore, alimentato da una vita segnata da grandi amicizie, povertà e una relazione amorosa tumultuosa con Beatrice Hasting (Antonia Desplat). Inoltre, la tensione tra Modigliani e il gallerista Maurice Gangnat (Al Pacino) è brillantemente messa in scena, diventa uno dei punti focali della narrazione e interpreta questa dinamica con una sottile miscela di orgoglio e vulnerabilità.

La fisicità dell'attore contribuisce a rendere tangibile la sofferenza del pittore, così come la sua determinazione a lasciare un segno indelebile nella storia dell'arte. Il film offre una visione che non si limita solo a celebrare il genio di Modì, ma esplora anche le sue debolezze umane, rendendolo ironico e tragico al tempo stesso. Le scene più intime, in cui Modigliani si confronta con i propri demoni o si abbandona alla dolcezza dell'amore, rivelano la maestria dell'attore nel lavorare con sfumature emotive.

Seppur il film soffra in alcune parti di una narrazione a tratti melodrammatica, la performance di Scamarcio rimane il cuore pulsante della pellicola. Il suo ritratto di Modigliani è magnetico, commovente e riesce a far rivivere l'anima di un artista unico e incompreso.

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