Cronaca

Politica e ‘ndrangheta: Falcomatà nel ciclone o gogna mediatica?

Si torna a parlare di voto di scambio e presunte irregolarità

di Elisabetta Marcianò - 14 giugno 2024 14:56

Ad un anno dalla scadenza naturale del secondo mandato, dopo l’epurazione della giunta che ha “guidato” la città per due anni con il vice sindaco facente funzioni, appare  sempre più evidente che Falcomatà abbia perso il consenso popolare e mediatico così come hanno evidenziato le reazioni di parte della stampa a seguito dell'ultima inchiesta della DDA di Reggio Calabria che vede Falcomatà coinvolto per un presunto voto di scambio (elezioni comunali 2020) per il quale sono indagati anche il capogruppo di FdI in Regione, Giuseppe Neri, e il consigliere comunale della città dello Stretto Giuseppe Francesco Sera.

Secondo l’accusa, il clan Araniti avrebbe lavorato per eleggere i tre politici, grazie al lavoro sul campo di  Daniel Barillà. Secondo, sempre, la procura antimafia Barillà avrebbe condizionato le elezioni sia per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria (nel 2020 e nel 2021) che per il Consiglio comunale di Reggio Calabria (nel 2020), tutto questo grazie al fatto di essere genero del boss Domenico Araniti, alias il “Duca”. Falcomatà, Neri e Sera, avrebbero, dunque, cercato Barillà in quanto uomo in grado di spostare un gran numero di voti. Sia per Neri sia per Sera, la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria aveva sollecitato l’arresto ma il gip ha rigettato la richiesta. Per il sindaco Falcomatà invece non era stato chiesto niente a livello di misura. 

Uno degli arrestati ai domiciliari Daniel Barillà, genero di Domenico Araniti presunto vertice della cosca "avrebbe alterato le operazioni di voto nelle tornate elettorali del 2020 e del 2021. Barillà, secondo l'accusa si sarebbe procurato le schede elettorali di cittadini impossibilitati a recarsi alle urne e agendo con la complicità di scrutatori avrebbe fatto esprimere il voto per Giuseppe Neri e Giuseppe Sera". In cambio Barillà avrebbe ottenuto nomine come professionista esterno. “Conosco Daniel, chiarirò nelle sedi opportune” è stata la reazione del sindaco.

L’indagine è aperta e saranno i magistrati a fare luce sulla verità, certamente questa consiliatura nata male potrebbe finire nel peggiore dei modi perché la gogna mediatica si fa sempre più forte e complice di un caos che non giova a nessuno.

C’è, poi chi come l’avvocato Tuccio ex consigliere dimissionario per le sole ipotesi accusatorie ricevute durante la consiliatura di Scopelliti, sta invocando la commissione d’inchiesta per valutare giustamente sulla base dei clamori mediatici la presenza di infiltrazioni mafiosi o contiguità come la città ha già subito in passato e che ha determinato la presenza dei Commissari Prefettizi. Mentre alcune voci politiche invocano le dimissioni.

Ciò che però fa più rumore e pesa come un macigno è l’enorme assenteismo alle urne senza il quale queste "manovre" non avrebbero luogo. L' indifferenza che di fatto consegna la possibilità di "manipolare" il successo elettorale. Emerge, infatti, tra le righe dell’inchiesta “ meglio se non vanno a votare”. Probabilmente questo sistema di scambio è responsabilità di chi non vota, dei divanisti o villeggianti domenicali, e salterebbe, se tutti lo facessero ( i dati sull'assenteismo alle urne sono sempre molto alti). Accanto a questa piaga anche la ricerca di pacchetti di voti sembra una prerogativa di tutto il campo politico.

All' ombra di tutto questo resta la solitudine del cittadino che ancora crede nella possibilità che possa esistere l’uomo giusto, la persona che riesce a non cadere nella trappola soffocante della vittoria a tutti i costi. 

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