Politica

⚖️ Il quorum: strumento democratico o trappola?

Quorum sempre più basso mette in discussione la capacità di partecipazione popolare

di Francesco Nicolò - 09 giugno 2025 19:58

L’analisi storica del referendum abrogativo in Italia rivela un’evoluzione molto chiara: da potente strumento di democrazia diretta negli anni ’70-’90, si trasforma in meccanismo di chiamata al fronte della partecipazione e strumento di strategie politiche nel XXI secolo.

L'uso politico, ha depotenziato l'impianto costituzionale del referendum rendendo lo strumento referendario una mera conta di rapporti di forza, svilendo il significato delle norme.

La disaffezione alla vita politica conduce  a questo tipo di prevedibili risultati dove i cittadini sempre più fantocci dei partiti non contano e non devono contare se non per selezionare ciò che i partiti chiedono.

Diventa ancora più difficile in questo contesto, con cittadini lobotomizzati e schierati , saper scegliere soprattutto su temi e norme complesse. 

Non si tratta di scelte ad elevata sensibilità sociale, si tratta di scegliere per qualcosa che non investe la collettività intera ma solo una parte.

Viene esaltata, in questa circostanza, da diversi osservatori la "falsa sinistra" della sinistra italiana che toglie le tutele ai lavoratori ed oggi le reclama attraverso un referendum abrogativo. Avvilita la partecipazione, da sempre inascoltati i cittadini, in quale direzione può andare un paese in cui è la (finta) sinistra a varare una legge per ridimensionare i diritti di chi lavora, e la destra la difende e la fa sua?

Le dichiarazioni del segretario PD Elly Schlein sono emblematiche del reale interesse referendario piuttosto che dell'interesse di partito d preoccupato nell' esaltare e attestarsi i 13 milioni di SI: "ci vediamo alle prossime elezioni". Una sorta di esercizio per  rafforzare e trattenere le "anime" vaganti e disilluse mostrando numeri a sostegno della vitalità partitica ad un passo dal sorpasso dell'avversario.

L'analisi storica è una valida guida per comprendere i flop dei referendum e spesso le motivazioni.

Balza davanti agli occhi senza dubbio il tema Referendario. L'interesse che i cittadini mostrano oltre la politica e gli schieramenti. 

Dal 2011 i referendum non raggiungono il quorum, perché gli schieramenti opposti ai quesiti hanno compreso il valore dell'astensione come elemento centrale per opporsi. Non è difficile spingere i cittadini sempre più lontani dalla vita politica a disertare le urne e mantenerli  lontani ed distaccati dai temi. 

Il ruolo centrale per la diserzione del referendum è stata la sua politicizzazione che ha scavato sempre più profondo il divario tra i movimenti sindacali, fino agli anni 70 organizzazioni di rivendicazione di diritti e salari, declinati in armi  di partito. 

Emerge è in questo contesto il distacco della Cisl, che propone ed ottiene un decreto legge " Decreto Sbarra" per l'ingresso dei lavoratori nelle scelte strategiche delle aziende e nella partecipazione ai profitti, che trova il dissenso della CIGL. Di contro la distanza della CISL dai quesiti referendari sui temi del lavoro promossi dalla CGIL. 

In questo scenario è evidente che i cittadini disillusi dalla politica e dal sindacato vedano questa nobile forma di consultazione popolare un mero strumento di misura delle forze partitiche in campo. In questo contesto un ruolo fondamentale è la lontananza dell' opinione pubblica come una campagna all'oblio. Opinione pubblica al servizio ormai di chi deve solo demolire gli avversari. 

Come già accaduto, referendum abrogativi su tematiche di settore non sono compresi dai cittadini e le opposizioni che esaltano l'interesse personale o di partito portano al naufragio.

È già c'è chi sta proponendo un nuovo referendum per l'abrogazione del quorum. La proposta per abolire il quorum già  depositata alla Corte di Cassazione dallo scorso 5 giugno, dal comitato “Basta quorum!”. Primo firmatario Mario Staderini, già promotore della raccolta firme digitale. Quorum oggettivamente asincrono con la reale partecipazione dei cittadini alle urne ormai attestata tra il 50 e 60 percento degli aventi diritto ma che obbligherebbe al voto anche le opposizioni restituendo al popolo il diritto di scegliere. Si o No.