Attualità

Il tramonto sprecato e la lezione del festival Radici

Dove non c’è pubblico, spesso, non c’è progetto

di Elisabetta Marcianò - 07 agosto 2025 16:46

A Reggio Calabria anche il tramonto può diventare un’occasione mancata. È successo in questi giorni, quando l’idea – in teoria affascinante – di accompagnare il calar del sole sullo Stretto con la musica si è rivelata un’operazione vuota, incapace di coinvolgere davvero la città. Il pubblico, semplicemente, non c’è. E dove non c’è pubblico, spesso non c’è progetto.


È bastato guardare altrove, però, per trovare la risposta della città. Ieri sera, l’Arena Ciccio Franco è stata travolta dall’energia e dalla passione di Papandrea, il primo concerto in programma del festival Radici. Un concerto vero, coinvolgente, popolare nel senso più alto del termine: radicato nel territorio, vibrante di identità, fatto con competenza e cuore. L’arena era piena, il pubblico presente, partecipe, entusiasta. Non solo per la musica, ma per ciò che quella musica rappresenta: una città viva, che sa parlare con la sua voce, senza bisogno di scorciatoie o formule preconfezionate.

Il confronto è inevitabile. Da un lato, un’iniziativa calata dall’alto, frettolosa, priva di una direzione culturale chiara, ma soprattutto legata all'identità della città. Dall’altro il festival Radici un progetto, che seppur alla seconda edizione, porta avanti con coerenza un percorso di riscoperta e valorizzazione delle tradizioni musicali calabresi, rendendole attuali, potenti, universali. Un progetto che non ha bisogno di effetti speciali per emozionare. Gli basta salire su un palco e accendere la sua musica, fatta di sudore, memoria e festa. E la città lo sa. La città risponde quando riconosce l’autenticità.

Il tanto discusso flop dei dj set al tramonto non è solo una questione di gusto, è il segnale di una disconnessione pericolosa tra chi propone eventi e chi quegli eventi dovrebbe viverli. È il risultato di un'idea estetica senza sostanza, di un modo di “fare cultura” che privilegia l’immagine sui contenuti. Ma Reggio Calabria merita di più. Ha fame di vero, ha voglia di sentirsi rappresentata, riconosciuta, rispettata.

La lezione dell’Arena Ciccio Franco è chiara: il pubblico non è passivo e sa scegliere. Sceglie ciò che è fatto bene, con rispetto e visione. Sceglie Radici, non l’ennesimo sottofondo da aperitivo spacciato per evento culturale. E allora forse la prossima volta, prima di mettere due casse sul lungomare sperando che basti il panorama a fare il resto, varrà la pena fermarsi a pensare: chi stiamo ascoltando? Cosa stiamo raccontando? Perché lo stiamo facendo?
Il sole sullo Stretto continuerà a tramontare in modo spettacolare ogni sera. Sta a noi decidere se vogliamo celebrarlo con qualcosa di vero o continuare a sprecarlo con il vuoto travestito da evento.


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