Politica

Torna l'incubo di essere schiacciati dagli alberi

Importante tronco si spezza lungo, danneggiando auto in sosta sul lungomare Falcomatà.

di Francesco Nicolò - 03 luglio 2025 19:41

Non è certo una sorpresa rivedere l'immagine di un albero imponente perdere pezzi. L'ultima volta, a memoria, era accaduto al maestoso ficus antistante la rotatoria di piazza indipendenza.

Nel recente passato, il crollo di un'albero antistante la via San Giuseppe, era costato la vita ad un noto avvocato della città . Una situazione di precarietà resa possibile dalla mancata manutenzione delle aree verdi.

Il crollo di oggi, solleva una serie di vecchi interrogativi, sia in merito alla manutenzione, sia riguardo alla sicurezza di un'area altamente, sia al programma di sostituzione, delle alberature (in apparenza senza problemi), collocate lungo vie periferiche.

Una città universitaria con la facoltà di Agraria in casa, non dovrebbe mancare di esperti botanici, un parco urbano ( l'unico vero parco verde della città). Un orto botanico che si estende nel cuore della città, e lungo la sua maggiore attrazione con una notevole biodiversità in via di estinzione, con palme decapitate dall'attacco del punteruolo rosso mai sostituite da altre specie, per rmantenere l'orto botanico sempre rappresentativo della diversità ambientale.

Un parco della biodiversità privo di un programma di manutenzione, la cui manutenzione è declinata ai concessionari di spazi verdi adottati in cambio di un'insegna pubblicitaria.

Il programma di manutenzione del verde cittadino è un disastro storico al pari dell'abusivismo edilizio. Due facce della stessa medaglia che rappresentano purtroppo, agli occhi ed al cuore della città e dei turisti un implacabile triste spettacolo.

La colpa è del caldo? Della siccità ? La colpa è della vetustà? E quindi quali sarebbero le azioni ed i compiti di un'ammistratore? Tagliare? Sperare che nulla accada? Affidarsi all'evento eccezionale?

Colline sempre più arse, problemi idrici sempre più frequenti, alberi sostituiti con specie a basso accrescimento per limitare il carico della manutenzione ma poco funzionali per il raffrescamento.

Il dramma della città è un fatto tutto politico, si effettuano solo interventi che "rendono" nella consiliatura. Il rischio di una pianificazione e programmazione a lungo termine non paga. Anzi può essere un assist da non concedere ad altri. Ancora peggio è manutenere opere realizzate da altre amministrazioni, sarebbe un errore a prescindere, valorizzare opere degli avversari.

Meglio lasciarle marcire e far vedere il degrado. Ed allora gli investimenti meglio farli nell' effimero, asfalto a tempo, piazze da quattro soldi tanto per apparire nuove, ma di fatto a decadenza programmata. Mai riprendere interventi impegnativi, con si potrebbero realizzare in tempo.

Ed ecco che tutto rimane sostanzialmente immobile ed immobile per chi torna, chi ha lasciato una città in un modo e dopo 30 anni vede che nulla è cambiato.

Una città con un volto sempre identico dove l'incuriw è sovrana, dove la gestione è per apparire e continuare ad apparire. Una città dove i cittadini vengono abbeverati da qualche piccola festicciola, tra gli autoproclami di successi immensi e traguardi mai raggiunti.

Con queste vecchie e rancide premesse, le formazioni politiche in corsa per la gestione dell'amministrazione cittadina, dovranno fare i conti ed iniziare a "promettere" un futuro per il quale non c'è un inizio ne un disegno da portare avanti.

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