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Il Senato approva la "Legge Sbarra". La Cisl scrive una pagina storica per il lavoro e la democrazia economica del nostro Paese

La partecipazione dei lavoratori diventa la chiave di svolta nel mondo del lavoro

di Francesco Nicolò - 15 maggio 2025 08:12

L'Aula del Senato ha approvato in via definitiva con 85 voti favorevoli, 21 contrari e 28 astensioni, il ddl d'iniziativa popolare per la partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese. La proposta di legge popolare, nata su iniziativa della Cisl, era già stata approvata dalla Camera e diventa così legge.

La segretaria generale Cisl Daniela Fumarola si rivolge agli iscritti: ”Con l'approvazione definitiva al Senato la proposta di legge popolare sulla partecipazione popolare diventa legge. La 'Legge Sbarra' sulla partecipazione, si scrive oggi una pagina storica per il mondo del lavoro e per l'Italia. Dopo 77 anni, l'articolo 46 della Costituzione trova finalmente attuazione grazie a una mobilitazione durata due anni”.

 Aggiunge Fumarola: ”Una lunga marcia che ha visto la Cisl raccogliere quasi 400.000 adesioni in tutte le regioni, nei luoghi di lavoro, nelle piazze, nei territori. Un cammino della responsabilità che ha fatto emergere con forza il valore popolare e antipopulista di questa riforma: una risposta democratica ai bisogni veri delle persone, verso un'innovazione che guarda al futuro e non al passato, lontana da ogni sterile ideologismo e demagogia."

Questa legge rappresenta una svolta culturale oltre che normativa. Per la prima volta il legislatore riconosce la partecipazione non come opzione astratta, ma come motore concreto capace di rilanciare salari, produttività, sicurezza e benessere lavorativo, legalità e giustizia sociale. Si valorizza la contrattazione collettiva come leva fondamentale per accordi partecipativi costruiti dal basso, nei luoghi di lavoro, incoraggiati da incentivi economici alimentati da un Fondo dedicato alla partecipazione dotato dal Parlamento di 71 milioni''. 

''Un modello inclusivo, che non esclude nessuna impresa, e che rafforza coesione, corresponsabilità, formazione e dialogo: valori indispensabili per affrontare le sfide dell'economia globale e della transizione produttiva. Siamo orgogliosi del risultato, reso possibile da un forte lavoro collettivo e da un confronto aperto con le istituzioni. Ringraziamo chi ha creduto in questa riforma e l'ha sostenuta, dentro e fuori il Parlamento. Grazie a Luigi Sbarra per aver creduto dal primo momento in questo progetto. La Cisl continuerà ad accompagnare con responsabilità l'attuazione della legge, vigilando affinché diventi un'opportunità reale in ogni azienda. Perché solo insieme si costruisce un futuro del lavoro più giusto, partecipato e umano”.

 Le valutazioni del mondo politico alla legge sulla Partecipazione sono diverse e articolate.

Soddisfazione è espressa dalle forze del centrodestra, per le quali il modello definito dal provvedimento ”garantirà maggiore giustizia ed equità sociale, superando la logica della lotta di classe”. Noi Moderati, in particolare, ricorda che ”con un fondo ad hoc di 71 milioni di euro, la legge consente di costruire relazioni aziendali basate sulla produttività, sulla competitività, sul merito e sulla partecipazione dei lavoratori alle scelte strategiche dell'impresa”.

Dal fronte del centrosinistra voto favorevole di Italia Viva con l’ex segretaria della Cisl Furlan che parla di ”importante passo avanti per le lavoratrici ed i lavoratori del nostro Paese. Nonostante le limitazioni e la riscrittura di ampie parti della proposta originaria della Cisl, il testo mantiene i pilastri normativi che lo rendono di fondamentale importanza per lavoratori e imprese, mettendo al centro il ruolo della contrattazione collettiva”.

Astensione invece da parte del Pd, stessa linea il M5S, ancora più critica Avs.

La norma si colloca nel panorama legislativo quale intervento di natura promozionale e non ordinaria, attraverso l'attivazione di leve economiche e contributive, per imprese e lavoratori. 

Questa normativa è stata concepita in attuazione dell'articolo 46 della Costituzione «la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende» .. «nel rispetto dei princìpi e dei vincoli derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea e internazionale, al fine di rafforzare la collaborazione tra i datori di lavoro e i lavoratori, di preservare e incrementare i livelli occupazionali e di valorizzare il lavoro sul piano economico e sociale».

La legge dà attuazione dopo 77 anni a uno dei più originali principi costituzionali. Per la prima volta c'è una definizione legislativa delle 4 modalità di fare partecipazione; affermazione della centralità della contrattazione, anche di secondo livello; affermazione del diritto soggettivo alla formazione per chi partecipa; valorizzazione esplicita degli enti bilaterali e dei fondi interprofessionali; contrasto alla contrattazione pirata; valorizzazione del Cnel in funzione di monitoraggio; incentivi economici e fiscali (72 milioni/anno) per la partecipazione, che si sommano alle misure già operative (decontribuzione produttività, premi di risultato). 

I contenuti della legge (8 capi, 15 articoli) si articolano nelle finalità e attuazione dei principi costituzionali; partecipazione gestionale dei lavoratori; partecipazione economica e finanziaria dei lavoratori; partecipazione organizzativa dei lavoratori; partecipazione consultiva dei lavoratori (e salvaguardia contratti collettivi); formazione e consulenza esterna; istituzione della commissione nazionale Permanente per la partecipazione dei lavoratori; disposizioni finali e copertura finanziaria. Incentivi fiscali (Art. 5: 49,8 mln. Art. 6: 21 mln). 

In deroga a quanto previsto dalla legge di bilancio 2016, in caso distribuzione ai lavoratori dipendenti di una quota degli utili di impresa non inferiore al 10% degli utili complessivi, effettuata in esecuzione di contratti collettivi aziendali o territoriali. I premi di produttività e le forme di partecipazione agli utili d’impresa corrisposti a lavoratori dipendenti sono assoggettati all’imposta sostitutiva del 5% per il 2025, il limite dell'importo complessivo soggetto all'imposta sostitutiva è elevato a 5.000 euro lordi; attribuzione di azioni in sostituzione (volontaria) di premi di risultato contrattati; i dividendi corrisposti ai lavoratori e derivanti dalle azioni attribuite in sostituzione di premi di risultato, per un importo non superiore a 1.500 euro annui, sono esenti dalle imposte sui redditi per il 50% del loro ammontare. Incentivi economici (diretti e indiretti). 

Per le imprese che occupano meno di 35 lavoratori è favorita la partecipazione organizzativa anche attraverso gli enti bilaterali (art. 8). Ai fini dello sviluppo delle conoscenze e delle competenze tecniche, specialistiche e trasversali, per i rappresentanti facenti parte delle commissioni paritetiche è prevista una formazione, anche in forma congiunta, di durata non inferiore a dieci ore annue, pagata da impresa, enti bilaterali, fondi interprofessionali, fondo nuove competenze (art. 12).

La norma introduce un nuovo codice comportamentale tra impresa e lavoratori con lo scopo di superare la lotta e lo scontro tra imprese e lavoratori, frequente strumento di politica populista priva di concreti risultati, mantenendo la centralità della contrazione di primo e secondo livello.

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