Qualità della vita, ultimi in classifica: perché amare e odiare Reggio
Da poco uscita la storica classifica del Sole 24 Ore
di Francesco Nicolò - 17 dicembre 2024 16:43
Non c'è difesa che tenga, non ci sono alibi, tutti siamo partecipi di questa posizione, non è una considerazione ma una certezza.
Posizione triste per molti ma non per tutti, che definisce un valore medio non un valore assoluto. La statistica è solo un indicatore generale e non vale per chiunque. La città di Reggio Calabria infatti, per chi lavora, per chi può permettersi il tempo libero, per chi non ha necessità di servizi pubblici, é tra le migliori 10 città dove poter vivere.
Tuttavia, leggendo ed analizzando le statistiche elaborate dal sole 24 ci si deve confrontare con i numeri. A tal riguardo è interessante l'articolo di Lello Naso caporedattore del sole24ore, un conterraneo che con il cuore in mano ne traccia la realtà:
"Ultima in servizi e ambiente; posizione 103 in affari e lavoro; 96 in demografia e società; 96 anche in cultura e tempo libero. Le strade sono eternamente dissestate e piene di buche, gli ospedali - Locri, Polistena - salvati dai medici cubani e i reggini vanno a curarsi al Nord, i servizi pubblici approssimativi, i trasporti inesistenti. O hai la macchina o sei morto. La città e la provincia delle contraddizioni. Non c’è lavoro, dicono tutti (e anche i dati Istat), ma sul lungomare di Reggio, in estate, i ristoranti e i bar sono pieni di cartelli “Cercasi cameriere”. Il gommista del paese di chi scrive brama un apprendista da due anni, il cartello è sempre lì (le strade dissestate fanno forare spesso). I giovani scappano a gambe levate, posizione in classifica 104. I ragazzi frequentano l’Università al Nord e non tornano. I vecchi sono 318 ogni 100 giovani (la media dell’Italia è 136). L’ascensore sociale non è mai partito, il merito sconosciuto (“Chistu è u paisi aundi si perdi tuttu, aundi i fissa sunnu megghiu i tia”, questo è il paese dove si perde tutto e i fessi sono migliori di te. Sempre l’attualissimo Giunta). Giustizia e sicurezza sono al posto 82 della classifica, ma chi conosce e frequenta quei luoghi sente la cappa perenne della ’ndrangheta, molto più presente di quello che appare, con la gente che ancora abbassa la voce quando qualcuno, magari venuto dal Nord, incautamente ne parla. Ogni tot di anni c’è un moto di speranza. Il quinto centro siderurgico a Gioia Tauro negli anni Settanta.
Il decreto Reggio con il centro direzionale e la scuola sottufficiali dei carabinieri negli anni Ottanta; la primavera di Reggio con il sindaco Italo Falcomatà, padre dell’attuale primo cittadino, Giuseppe, negli anni Novanta. Ora il Pnrr che dovrà costruire gli asili, dotare di mezzi pubblici l’azienda dei trasporti, riqualificare i quartieri. Nella città in cui tutto è eterno. Il Museo del Mare di Zaha Hadid, progettato nel 2009, ha appena avuto un piano esecutivo. Zaha Hadid è passata a miglior vita. Magari il suo museo sarà costruito in un tempo minore rispetto ai 44 anni della Gallico-Gambarie, la strada che collegherà il mare all’Aspromonte. In attesa del prossimo moto di speranza".
Una lettura condivisa ed una classifica che rappresenta l'ennesima bocciatura, senza dubbio della classe dirigente ( politica ed imprenditoriale) incapace di muovere l'ascensore sociale mantenendo il territorio in eterna paralisi. Una classe dirigente bloccata su se stessa avvinghiata ad interessi contingenti. La narrazione delle poche risorse diventa stucchevole davanti all'evidente presenza di tante incompiute, il "non c'è nenti" diventa il meme sociale ancora più paradossale, che le classi dirigenti affrontano con banali e retoriche affermazioni. Siamo tuttavia tra i primissimi posti nel " potremmo o potevamo", nel dire "eppure non ci mancherebbe nulla", ma non abbiamo"; La vitalità è nelle mani delle associazioni, strutture resilienti che sperano e ancora credono, il lavori disponibili spesso non sono né di qualità né di durata per orientare il mercato in una direzione. Ultima in servizi ed ambiente (acqua, viabilità , rifiuti, degrado urbano, collegamenti, balneabilità), punto sempre al centro del disagio vissuto dai cittadini e turisti, sempre in cerca di una risposta.
E poi c'è l'82esimo posto in classifica quello relativo a giustizia e sicurezza, che non spiega a sufficienza la grave difficoltà delle imprese a resistere e svilupparsi in un territorio dove facilmente si finisce per essere vittime in un senso o nell'altro.