Lo sciopero Nazionale spacca il sindacato
La CISL di Sbarra si schiera contro lo sciopero proclamato da CGIL UIL additandolo demagogico
di Francesco Nicolò - 29 novembre 2024 07:45
La Cisl è compatta con il suo segretario nel contestare le ragioni di uno sciopero nazionale caratterizzato da un filone ideologico.
La dichiarazione del segretario nazionale Luigi Sbarra, diffusa attraverso i propri canali rende chiara la posizione:
“Al Governo, abbiamo detto con chiarezza quello che della Manovra abbiamo apprezzato e gli aspetti che invece crediamo debbano essere migliorati durante l’iter parlamentare. E’ innegabile che ci siano risposte ai bisogni delle persone che rappresentiamo”. Lo ha detto a Bologna il leader della Cisl Luigi Sbarra concludendo il Consiglio Generale della Cisl Emilia Romagna.
“Oltre due terzi della manovra sono orientati sul fronte del lavoro dipendente, pensionati , contratti pubblici, sostegno alla famiglia ed alla natalità, aumento delle risorse sulla sanità, che pure vanno ulteriormente incrementate- ha affermato Sbarra- Un sindacato responsabile come la Cisl deve saper intestarsi questi risultati, parlando il linguaggio della verità, senza populismi e demagogia in autonomia dalla politica.
E’ importante la conferma di un’Irpef scaglionata su tre livelli e la decisione di rendere permanente e di ampliare a 40mila euro il taglio del cuneo fiscale e contributivo: circa 19 milioni di persone avranno un introito aggiuntivo l’anno fino a 1.200 euro.
Positiva la conferma triennale della defiscalizzazione per i salari di produttività e la detassazione dei fringe benefit fino a mille euro per i lavoratori senza figli, che raddoppia a 2mila per chi ha figli e si alza fino a 5mila per i neoassunti che si trasferiscono a più di 100 km dal luogo di residenza.
Una nostra conquista è anche il ritorno all’indicizzazione delle pensioni così come previsto originariamente dal Governo Draghi, con un ammorbidimento determinante del decalage sulla fascia di reddito media.
Ci stiamo battendo per eliminare i tagli degli organici scolastici, rimuovere il blocco del turnover nella PA, elevare le pensioni minime, sostenere la non autosufficienza e potenziare le risorse sanitarie. Occorre inoltre ristabilire le risorse per il fondo Automotive aumentare le risorse per il Mezzogiorno, dopo lo stop dell’Europa a Decontribuzione Sud.
Altra questione fondamentale, che stiamo ponendo da tempo: tagliare le tasse al ceto medio attraverso la riduzione della aliquota IRPEF dal 35 al 33% ed elevando lo scaglione sino a 60mila euro .
Miglioramenti e cambiamenti che vanno collegati dentro e fuori il perimetro della Manovra a una strategia generale di coesione e sviluppo concertata con le parti sociali”.
Il segretario della Cisl contro lo sciopero generale di Cgil e Uil: «Non è una manovra da sciopero, strumento che non va usato in modo ideologico, altrimenti si snatura. Landini vuole farsi aggregatore politico»
«Perché non è una manovra da sciopero. Ci sono molti elementi importanti che rispondono a precise rivendicazioni della Cisl, con la quasi totalità delle risorse per il sostegno al reddito dei lavoratori e di misure di inclusione. Poi, indubbiamente, ci sono cose da migliorare: pensioni minime, scuola e automotive in primis. Ma se ogni volta usiamo l’arma di ultima istanza e chiediamo di astenersi dal lavoro mi chiedo a cosa serva la rappresentanza».
Le divergenze tra sindacati si estendono oltre l'odierna proclamazione di sciopero.
" La CISL sostiene, fin dalla sua costituzione, il primato della contrattazione e la sua posizione di contrarietà all’interferenza della legge con il sistema contrattuale; primato della contrattazione che trova riscontro nella recente Direttiva 2022/2041 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 ottobre 2022 relativa ai salari minimi adeguati ai fini della loro definizione in tutti gli Stati membri."
Con la determinazione di un valore soglia, il salario minimo legale rischia di offrirsi come alternativa alle Relazioni Industriali e contrattazione collettiva senza risolvere le criticità dei lavori discontinui, ad orario, poco qualificati e soprattutto la larga diffusione del lavoro nero".