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SPAZIO BARBARO - Sono un fenomeno paranormale

Il nostro Nanni Barbaro si confessa

di Redazione - 21 marzo 2024 14:12

Giuro che ci ho provato in tutti i modi, ho chiesto pure al mio medico se esista una cura per alcune patologie gravissime da cui sono afflitto da decenni. Mi ha assicurato che esistono farmaci per curare tutti i disturbi mentali conosciuti ma che per i miei non ne esistono e se ci fossero a Reggio non se ne venderebbe neanche un campionario gratuito.

Ed ecco quali sono le patologie. Elenco solo le principali: non riesco ad essere invidioso, mai, di nessuno, nemmeno di chi dovrei e vorrei e per lenire questa che a Reggio è una inaccettabile lacuna morale ascolto, annoto, imparo ed ammiro chi ne sa più di me. Una ammirazione che non sconfina nel servilismo solo per paura di non incorrere in un’altra patologia, che è quella della piaggeria, benché mi piaccia molto il suono di questa parola, che sembra una felice sintesi tra due grandi realtà altrettanto felici: la spiaggia e la birreria.

Non sono competitivo: mi piace gareggiare, certo, ma se perdo una buona occasione o mi perde l’Inter non ho la propensione a tagliarmi le vene o bere per dimenticare o picchiare uno juventino. Adoro la cultura in se, adoro chi scrive: non me ne frega assolutamente niente se mi è antipatico o se io sto antipatico a lui, o se è juventino (e torna!!!) o non è antifascista dichiarato: se un argomento mi attira e mi coinvolge vado a vedere da vicino, compro il libro e se non rischio bottigliate in testa pretendo pure la dedica, anche se l’autore volesse realmente scrivermi di augurarmi di morire in giornata.

Ho fatto decenni di teatro mettendo al primo posto Il Teatro e cacciando fuori a calci in culo, spesso anche non metaforicamente, gente che veniva lì non per imparare l’arte e metterla da parte ma per proseguire la sua guerra quotidiana col prossimo con altri mezzi. Sbalordivano e sbalordiscono ancora nel vedere un tipaccio che mette sull’altare il copione e l’autore e se ne sbatte le balle di amici, congiunti, compari, vicini di casa ecc. Chi non sa non recita e se vuole recitare impara: teatro, non tattiche per fare le scarpe al prossimo.

Sono, pensate un po'! Uno di quei rarissimi coglioni che credono che una premiazione letteraria consista nel fatto che un giurato, un critico, un esperto del settore, non debba pietire la partecipazione e quindici o venti euro di Diritti di segreteria ma possa pretenderne anche 100 purché si prenda il disturbo di andarsi a comperare il libro in libreria, leggerlo e decidere se l’autore debba essere fattivamente candidato a un premio o virtualmente giustiziato all’arma bianca.

Sono – e qui lo so che molti sverranno per lo scandalo – un musicista fermamente convinto che i musicisti debbano essere SEMPRE pagati per le loro esibizioni (salvo, ovviamente, che non scelgano loro di farlo a titolo gratuito) perché ritiene che, con tutto il rispetto per ogni categoria artigianale fondamentale, nelle quali la parola “gratis” è molto più che una bestemmia (idraulici, meccanici, elettrauti, falegnami, gommisti, vetrai ecc..ecc..) il lavoro del musicista meriti degnissima considerazione economica perché dietro c’è studio, sacrificio e soldoni per strumentazioni ed attrezzature. 

Proporrei decenni di arresti domiciliari a serrande abbassate o qualche mese di fortezza a pane e acqua a tutti i gestori che propongono una pizza a testa a un gruppo musicale che magari annovera musicisti che non sfigurerebbero nemmeno a Woodstock o alla Filarmonica di Berlino. Avrei altre patologie incurabili ed assolutamente incompatibili con questa città ma non me ne faccio un cruccio eccessivo perché il vantaggio di questa mia triste situazione di handicap sta nel fatto che posso permettermi di farmi un sacco di risate. Amare, certo, ma sempre risate sono.

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