Politica

Zes Unica nell’area metropolitana: Corsa al buio

Partenza posticipata a marzo ma é assente un progetto integrato ed il coinvolgimento delle imprese

di Francesco Nicolò - 12 febbraio 2024 13:24

L’effettivo ingresso della struttura commissariale di coordinamento tra le Zes “ regionali e Zes Unica (area sud) prorogato al 1 marzo 2024 si avvicina nel silenzio e con le scadenze alle porte. Il decreto-legge n. 124/2023 che ha trasformato, a partire dal 1° gennaio 2024, la Zona economica speciale per il Mezzogiorno -  a  “ZES unica” (comprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna) sostituirá le attuali Zone economiche speciali frammentate in 8 diverse strutture amministrative.  

Da un controllo regionale quindi si passa ad un controllo centrale degli investimenti e progetti nelle aree Zes già definite nel piano di perimetrazione regionale.

Investimenti che dovrebbero determinare un innalzamento del livello dei servizi infrastrutturali e tecnologici retrostanti ed interne alle aree portuali ed aereoportuali che necessitano un programma di sviluppo ben definito per non perdere le risorse rimettendole nel salvadanaio comune. 

Gli interventi nelle aree dovranno essere conclusi nei prossimi tre anni ed avere obbligo di mantenimento almeno quinquennale. Al di là degli annunci d’occasione la percezione è di frammentazione delle idee di sviluppo e gestione delle risorse del PNRR ed un silenzio degli attori principali e soggetti attuatori:  Università, Ordini professionali, Enti pubblici; Associazioni di Categoria, Imprese.

L’integrazione e miglioramento intermodale tra rete ferroviaria portuale ed aeroportuale  dovrebbe essere al centro del dibattito con la presentazione di progetti ben definiti.

L’attenzione e l’interesse politico invece è indirizzata tra arrivo Ryanair in partenza Ita e ponte sullo stretto. 

Il mondo dell’impresa, leva sulla quale gli investimenti si materializzano e possono creare lo sviluppo economico che questa misura ha indirizzato attraverso le agevolazioni e sostegno agli investimenti non appare coinvolto. Qualcosa non sta andando per il verso desiderato.

“Le Zone Economiche Speciali (ZES) sono zone geograficamente delimitate e situate entro i confini dello Stato, costituite anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale e comprendano almeno un’area portuale con le caratteristiche stabilite dagli orientamenti dell’Unione europea per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T).

Sono state istituite con l’obiettivo di: attrarre grandi investimenti; favorire la crescita delle imprese già operative o la nascita di nuove realtà industriali nelle aree portuali e retroportuali; implementare le piattaforme logistiche, collegate anche da intermodalità ferroviaria”

Se il futuro passa attraverso una piattaforma di idee relazionate, tutto fa pensare che anche questa occasione seguirà la via delle precedenti se il “qualcosa” e “qualcuno” tardasse ancora a prendere posizione. 

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