Il portuali di Gioia Tauro scioperano il 5 Aprile!
L’iniziativa annunciata arriva al culmine con l’adesione allo sciopero di 24 ore ed oltre.
di Redazione - 04 aprile 2024 16:30
Suona così la “sirena” di avviso dello sciopero nazionale programmato dalle Segreterie delle Organizzazioni Sindacali Territoriali, volto a sottolineare un’evento atteso dall’intero comparto della portualità italiana, che considera Gioia Tauro sia per numero di addetti, sia per dimensioni, il Terminal pilota.
Le segreterie Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti Calabria ricompattano gli schieramenti e si attendono una forte e determinata risposta dei lavoratori e delle lavoratrici per lo sciopero proclamato domani 5 aprile. Obbiettivo è riaprire le trattative con un chiaro mandato! Riequilibrare il potere dei salari.
La brusca battuta d’arresto nella trattativa in corso, per il rinnovo del contratto nazionale dei porti, ormai scaduto nel 2023, arriva quando va a toccare la questione da sempre sensibile alle parti: l’aspetto economico del lavoro ed il suo reale valore nella società.
Il lavoro oltre a rappresentare un elemento sociale imprescindibile, rappresenta il valore delle professionalità e la capacità di condurre un qualità vita accettabile. Non basta quindi averlo, ma che sia adeguato ai bisogni quotidiani che la società e la comunità richiede.
La questione del salario minimo ormai entrata nella querelle politica trova la sua ragione, nell’inadeguatezza dei salari attuali comparati al costo della vita reale, che impone alle famiglie dei lavoratori e lavoratrici stili di vita di estrema costrizione.
I Governi, passati e attuali, hanno attivato da alcuni anni misure temporanee (decreto aiuti, bonus energia) per tentare di allentare la ristrettezza economica riconoscendo quindi su alcune voci di spesa un insostenibile rincaro, ed è giudizio quasi unanime che i salari dei lavoratori e delle lavoratrici italiani sono imparagonabili con il resto d’Europa.
La risposta del salario minimo se può servire a dare indicazioni tra lavoro e sfruttamento del lavoro non è lo strumento che serve per adeguare il potere di spesa delle famiglie e di conseguenza del meccanismo di generare lavoro.
La politica degli anni precedenti in cui i “magri” rinnovi contrattuali venivano “scaglionati” su tutta la durata è stata devastante per il potere di spesa dei lavoratori rendendo l’effettivo rinnovo solo cartolare.
Le OOSS sedute al tavolo nazionale, tra le richieste di aumento salariale adeguato all’attuale potere di spesa, la necessità che il lavoro sia il motore per la crescita e non solo una retribuzione che soddisfi i bisogni minimi primari delle famiglie, chiedendo senza mezzi termini che il rinnovo, oltre ad una significativa parte economica , non abbia effetti differiti, ritenuti oggi una condizione irricevibile dalle parti per riacquistare il potere di spesa dei salari.
Le OOSS condurranno la mobilitazione di protesta all’ingresso dell’area portuale con appuntamento alle ore 11.30.