La maggioranza in cerca di un Santo Protettore: San Costantino
Probabile nomina a protettore in pectore dopo San Giorgio
di Francesco Nicolò - 20 novembre 2025 13:17
Negli ultimi giorni il quadro politico reggino ha mostrato il volto più vero della sua maggioranza: una combinazione di nervi scoperti, strategie al rallentatore e gesti d’alta tensione da teatro.
Il sindaco Giuseppe Falcomatà, ormai pronto a sedersi in consiglio regionale, ha deciso di dare una bella “ripulita” nelle società comunali: via i consigli d’amministrazione di Castore e Hermes, dentro un amministratore unico, l’ingegnere Costantino. Una scelta netta, chirurgica, che però ha mandato in cortocircuito una maggioranza abituata a navigare a vista, vivacchiando più che governando.
La lettera di sfiducia letta nell’ultimo Consiglio comunale ha avuto il sapore di un fuoco d’artificio annacquato: parole dure, ma nessuna azione concreta. Nessuna mozione, nessuna decisione. Solo una denuncia di malessere interno, un piagnisteo politico che conferma come questa maggioranza sappia perfettamente come arrampicarsi sugli specchi per evitare scelte realmente scomode.
In questo scenario, l’ingegnere Costantinoi è diventato l’ago della bilancia, l’unico che potrebbe evitare il disastro. E, bontà sua, sembra persino considerare un passo indietro per consentire alla maggioranza di salvare la faccia, almeno un po’. Ma la faccenda si complica quando si guarda ai numeri e alle procedure: per ammettere una mozione di sfiducia servirebbero almeno 17 voti dei 32 consiglieri in carica, e per approvarla di nuovo almeno 17 voti favorevoli.
Un balletto di numeri che può protrarsi settimane, fatto di negoziazioni, compromessi, tattiche di rinvio e chiacchiere interminabili. Ogni voto diventa decisivo, e intanto la città osserva questa danza politica degna più di un cabaret che di un’amministrazione seria.
E se la legislatura dovesse davvero finire male, con dimissioni a catena o incapacità di approvare decisioni chiave, Reggio Calabria rischierebbe di ritrovarsi con i commissari prefettizi. Per una maggioranza che ha finora saputo solo vivacchiare, gestendo l’ordinario e rimandando l’eccezionale, sarebbe una fine poetica: la politica locale sostituita dall’amministrazione straordinaria, le scelte imposte dall’alto e la gloria dei compromessi rinviati svanita. Una punizione quasi karmica per chi ha guidato la città senza consolidare leadership solide, affidandosi al vecchio trucco del “si vedrà domani”.
In questo intreccio di responsabilità, numeri e tattiche, ogni mossa dell’ingegnere Costantino e dei gruppi consiliari pesa come un macigno.
La città osserva, tra sorrisi amari e sospiri, consapevole che la prudenza ufficiale della maggioranza non è mai stata sinonimo di capacità politica: un passo falso e la stabilità cede il passo al caos, e i commissari bussa alle porte, pronti a mettere ordine dove la politica non ha saputo farlo. Ma è certo, la politica è calcolo e non passione! Ci saranno i martiri che salveranno il tempio della maggioranza che avrà dal suo canto la voce per rivendicare un ruolo.