L'impossibile Banchetto, l'opera che mancava nel panorama teatrale
Un viaggio surreale che offre visioni e riflessioni inedite
di Elmar Elisabetta Marcianò - 17 novembre 2024 17:44
"L'impossibile Banchetto", l'inedita pièce teatrale di Katia Colica, andata in scena lo scorso 24 ottobre, gode di una concezione audace e surreale, orchestrata con abilità dal regista Americo Melchionda. Ambientata in una Reggio Calabria immaginaria, l'opera trascina lo spettatore in un universo onirico dove il genio di Salvador Dalì incarna il cuore pulsante della narrazione, sebbene il protagonista fisico rimanga assente per tutta la rappresentazione.
La trama ruota attorno a una cena di compleanno organizzata da Dalì, un'invitation à la foliè che si trasforma in un crocevia di personalità artistiche iconiche: da Picasso a Frida Kahlo, da Benedetta Kappa a Umberto Boccioni e Marinetti. Questo assemblaggio di figure storiche non è solo un esercizio di celebrazione dell’arte, ma un'intensa riflessione sui contrasti, le rivalità e le alleanze nell'arte.
Colica ha creato un testo ricco di dialoghi vivaci, che vibrano di energia e creatività, incapsulando le essenze peculiarmente eccentriche di ciascun personaggio. La scrittura scorre fluida, alternando momenti di comicità a istanti di profonda introspezione. Le interazioni tra gli ospiti sono frizzanti, ma rivelano anche un sottofondo di tensioni latenti, riflettendo le vere dinamiche del mondo artistico.
La regia di Melchionda si distingue per la sua capacità di equilibrarsi tra il surreale e il concretamente drammatico. L'assenza di Dalì, che rappresenta tanto l'eccentrico maestro quanto l'elusività dell'arte stessa, emerge come una scelta artisticamente significativa. Le scenografie, ricche di simbolismo e colori vibranti, riescono a ricreare il clima visionario tipico delle opere di Dalì, mentre il gioco di luci rinfresca e sfida la percezione del pubblico, creando un'atmosfera quasi ipnotica.
La performance teatrale che vede Sylvia Nicolò, Americo Melchionda, Maria Milasi, Francesco Spinelli e Francesco Giunta interpretare rispettivamente Benedetta Cappa, Pablo Picasso, Frida Kahlo, Tommaso Marinetti e Umberto Boccioni si rivela un progetto ambizioso, ricco di suggestioni artistiche con esiti che meritano una riflessione critica più approfondita.
Sylvia Nicolò offre una lettura intensa di Benedetta Cappa, un personaggio spesso trascurato ma fondamentale nell'ambito del Futurismo. La Nicolò riesce a evocare la complessità di una donna che, pur vivendo all'ombra di Marinetti, ha saputo imporre una propria visione artistica. La sua interpretazione è elegante, con momenti di grande profondità emotiva. Melchionda si cimenta con un ruolo difficile, portando in scena un Picasso maturo e sicuro di sé riuscendo a restituire la passione creativa del pittore spagnolo, un personaggio magnetico e controverso.
Maria Milasi emerge come la vera forza emotiva dello spettacolo. La sua Frida è vibrante, ferita e determinata, una donna che trasforma il dolore in arte con una carica espressiva travolgente. La Milasi riesce a equilibrare il lato fragile e quello combattivo di Frida, risultando credibile sia nei momenti di introspezione che in quelli di rabbia e passione. Francesco Giunta interpreta un Boccioni giovane, irruento e pieno di entusiasmo. La sua energia è contagiosa, e l’attore riesce a trasmettere la fame di cambiamento che caratterizzava l’artista nei primi anni del Futurismo.
La performance di Francesco Spinelli offre un interessante contraltare a quella di Americo Melchionda, un'interpretazione vibrante e carismatica nei panni di Filippo Tommaso Marinetti. Con un'energia travolgente, Spinelli riesce a catturare l'essenza del personaggio, trasmettendo la passione irrefrenabile di Marinetti per l'innovazione e il progresso. Il suo lavoro attoriale si distingue per la capacità di mescolare sapientemente il fervore ideologico del poeta e l'aspetto umano, rivelando una figura complessa e carismatica. Riuscito anche il cameo affidato a Thekla De Marco nei panni di una cameriera eccentrica.
L'impossibile Banchetto" è una proposta teatrale che invita a esplorare la complessità dei legami umani attraverso il prisma dell'arte. La scrittura di Colica e la direzione di Melchionda unite alle musiche di Antonio Aprile restituiscono un'esperienza intrigante e stimolante, capace di lasciare un'impronta sul panorama contemporaneo del teatro e sul pubblico rimasto letteralmente ipnotizzato per tutta la durata dello spettacolo.
Fotografia Marco Costantino