Politica

Condono Edilizio 2024: norme in CdM il 24 maggio

Regolarizzazione non sanatoria quella proposta dal Ministro Salvini

di Francesco Nicolò - 21 maggio 2024 06:42

L’iter legislativo è ancora coperto dalla riservatezza. Il Governo sollecitato dal ministero degli interni Salvini intenderebbe  concludere  il prossimo 24 maggio la decisione della norma,  anche per dare una spinta all’elettorato in virtù della prossima sfida Europea.

Secondo quanto riportato anche attraverso il canale social e intervista radiofonica RTL 102.5,Salvini afferma:

 "Dovremmo avere finito il percorso del decreto ‘salva casa’, non penso che sia un condono, vorrei arrivare la settimana prossima in Consiglio dei ministri all’approvazione. È sostanzialmente una regolarizzazione, una sanatoria di tutte le piccole irregolarità interne alle case degli italiani. Basti pensare ai problemi che si hanno dal notaio, in Comune con una finestra di venti centimetri spostata, la veranda, il soppalco, il secondo bagno, la cameretta del figlio, l’anticamera, il gabbiotto degli attrezzi. Una grande operazione di sburocratizzazione, liberazione degli uffici comunali da queste migliaia di pratiche e restituiamo agli italiani casa loro integra. Uno paga in Comune quello che deve, poi non è che deve abbattere la cameretta fatta dal padre o dal nonno o abbattere la veranda o la tenda o spostare le finestre”.

Il Decreto voluto dal MiT, che deve superare anche la necessità di emanare il provvedimento d’urgenza, vuole regolarizzare, almeno nelle intenzioni del Mit, alcune specie di difformità.

In particolare il decreto vorrebbe intervenire entro un limitato ambito di difformità:

difformità formali, dovute essenzialmente a difficoltà di interpretazione delle norme vigenti;

difformità interne, come quelle riguardanti tramezzi, porte, soppalchi, ecc.;

difformità più gravi e non sanabili a causa del principio c.d. della doppia conformità, ovvero il del principio, stabilito dall’art. 36 del T.U. edilizia, secondo cui l’abuso edilizio può essere sanato in via ordinaria solo “se l'intervento risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della realizzazione dello stesso, sia al momento della presentazione della domanda”.

Altra questione in discussione sulla norma riguarderebbe i cambi destinazione d’uso, la norma dovrebbe intervenire anche per agevolare il riutilizzo degli immobili riducendo il carico sugli uffici. 

Un altro possibile campo di intervento è quello dell’incremento delle cc.dd. tolleranze costruttive che delegittimano in maniera sostanziale gli immobili. 

Le tolleranze costruttive previste dall’art. 34 bis del T.U. edilizia, consistono nello scostamento dei parametri della singola unità immobiliare (altezze, distacchi, cubatura) rispetto alle misure previste nel titolo abilitativo edilizio, se sono contenuti entro il limite del 2 per cento non rappresentano una violazione, l’eccesso del limite di tolleranza viene inquadrato nella violazione edilizia e sanzionato come difformità totale rispetto al titolo edilizio con decadenza dello stesso. L’ampliamento della ristrettezza della tolleranza rappresenterebbe in molte occasioni un importante salvacasa.

Dopo il blocco delle attività edilizie, sotto la spinta dei bonus, e la previsione di riduzione al 30% delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie, l’annunciato decreto porterebbe ad re-includere nei bonus edilizi gli immobili finora esclusi per illeggittima urbanistica, condizione indispensabile per usufruire di ogni detrazione fiscale e la commercializzazione degli immobili.