Attualità

Rallentamento della produzione Italiana. L’edilizia si conferma settore trainante.

In discesa i tassi d’interesse e l’inflazione. In aumento il rapporto tra contratti a tempo indeterminato e a termine. Previsione di impennata dei prezzi al consumo per blocco del transito mercantile dal mar Rosso .

di Francesco Nicolò - 23 gennaio 2024 09:07

Il rapporto sull’andamento economico elaborato dalla Banca d’Italia nel mese di gennaio riporta le seguenti analisi:

MERCATO DEL LAVORO

Nonostante la debolezza del ciclo economico, nel terzo trimestre il numero di occupati ha continuato a espandersi (0,3 per cento22 Dati della Rilevazione sulle forze di lavoro (RFL); dai Conti economici trimestrali (CET) emerge una crescita più contenuta nel terzo trimestre (0,1 per cento), a fronte di un leggero calo nel secondo (-0,1 per cento).  È proseguita la crescita del numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato e, in misura più contenuta, di quello degli autonomi, mentre è diminuito il numero dei lavoratori a termine. L’occupazione è aumentata marcatamente nelle costruzioni, in ripresa dopo essere scesa nei precedenti quattro trimestri, e a ritmi più moderati nei servizi; si è leggermente ridotta nell’industria in senso stretto.

IL COMMERCIO MARITTIMO E GLI ATTACCHI ALLE NAVI NEL MAR ROSSO

A seguito delle ostilità tra Israele e Hamas, a partire dalla seconda metà dello scorso novembre le milizie Huthi, che controllano una parte dello Yemen, hanno attaccato alcune navi mercantili nello stretto di Bab el-Mandeb, all’imbocco del Mar Rosso. Per questo passaggio, situato sulla direttrice che collega il Canale di Suez e l’Oceano Indiano, transita circa il 12 per cento del commercio mondiale. I rischi crescenti per l’incolumità degli equipaggi e per la sicurezza del carico hanno progressivamente spinto le principali compagnie di trasporti a dirottare il traffico navale sulla rotta più lunga che circumnaviga il continente africano. Nella seconda metà di dicembre del 2023 i volumi in transito nello stretto risultavano inferiori di quasi il 40 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. 

Il  trasporto navale attraverso il Mar Rosso riguarda quasi il 16 per cento delle importazioni italiane di beni in valore. Su questa rotta transita una larga parte degli acquisti di beni dalla Cina (secondo mercato di approvvigionamento del nostro paese dopo la Germania), dalle altre economie dell’Asia orientale e dai paesi del Golfo Persico esportatori di materie prime energetiche. Un terzo delle importazioni italiane nella filiera della moda arriva attraverso il Mar Rosso (figura, pannello b); l’incidenza è elevata anche per le importazioni di petrolio greggio e raffinato e per quelle di prodotti metalmeccanici, che costituiscono quasi il 30 per cento degli acquisti dall’estero del Paese. 

La rilevanza di tale rotta per le esportazioni è invece sensibilmente più bassa: vi transita circa il 7 per cento delle merci in uscita. dall’Italia.

INFLAZIONE 

Nell’ultimo trimestre dello scorso anno il calo dell’inflazione al consumo si è intensificato, estendendosi ai beni industriali non energetici e ai servizi; la dinamica dei prezzi sui dodici mesi ha segnato il livello più basso dall’inizio del 2021.

In dicembre l’inflazione armonizzata al consumo è diminuita, allo 0,5 per cento sui dodici mesi (0,6 in novembre; fig.  21 e tav. 6), il valore più basso da gennaio del 2021. Il calo tendenziale dei prezzi dei beni energetici si è accentuato, risentendo del confronto con quelli eccezionalmente elevati della fine del 2022 e della recente flessione delle quotazioni dei carburanti e delle bollette di elettricità e gas. La componente di fondo si è contratta, al 3,0 per cento, dal picco raggiunto a febbraio del 2023 (5,5 per cento); vi ha inciso il rallentamento dei prezzi dei servizi, in parti colare di quelli alberghieri e d ristorazione, in all’ulteriore decelerazione di quelli dei beni industriali non energetici, specialmente dei durevoli.

MERCATO FINANZIARIO

Il rendimento dei titoli di Stato italiani sulla scadenza decennale ha segnato alla fine della prima decade di gennaio una consistente flessione rispetto a corrispondente periodo di ottobre, collocandosi al 3,7 per cento, con una contrazione di circa 120 punti base. Il calo dei tassi privi di rischio delle maggiori economie avanzate, determinato da attese di un orientamento meno restrittivo delle politiche monetarie nel 2024 e dalla diminuzione dell’incertezza sul mercato dei titoli di Stato. Contemporaneamente si è ridotto in misura rilevante anche il differenziale rispetto al corrispondente titolo tedesco (di circa 50 punti base).

MANOVRA FINANZIARIA 

Tra le misure espansive della manovra, l’intervento principale è costituito dalla proroga al solo 2024 della riduzione dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti: a questa voce sono destinati quasi 11 miliardi, al netto degli effetti indotti sulle imposte. Viene inoltre disposta una diminuzione del prelievo dell’Irpef, anche in questo caso soltanto per l’anno in corso, soprattutto attraverso una revisione della struttura delle aliquote e una contestuale riduzione delle detrazioni per i contribuenti con redditi più elevati; il costo di questa misura è di 4,3 miliardi. Tra le maggiori spese, la voce più rilevante è costituita dallo stanziamento di risorse per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego e per il rifinanziamento del servizio sanitario nazionale.