Spazio Barbaro - Reggio capitale della cultura: riflessioni stile Nanni
E potrete dire quale delle tre riflessioni è arrivata alla vostra completa, perlomeno soddisfacente, vah! comprensione
di Nanni Barbaro - 21 gennaio 2025 12:11
Pare ormai appurato che il 40% degli italiani non capisca più quello che legge, ovverosia non riesce a cogliere il succo di un concetto, nei casi più gravi persino a connettere i periodi anche più semplici. Molto al di là della vecchia dislessia, dunque. Ma vogliamo verificare se la stessa statistica vale anche per Reggio? Facciamo la prova: io scrivo tre riflessioni di diverso tipo e vediamo quello che accade. Nei commenti sotto il post, che ancora vi sono consentiti (non si sa fino a quando.
Dipende da quello che ha mangiato a cena Zuckerberg), potrete dire quale delle tre riflessioni è arrivata alla vostra completa, perlomeno soddisfacente, vah! comprensione:
1) Il quadro obiettivamente consolatorio emerso dalle feste appena concluse ci induce a guardare con relativo ottimismo al futuro della città nella misura in cui essa avrà captato la reale portata culturale degli eventi che si sono succeduti, alcuni dei quali l’hanno addirittura proiettata su una prospettiva nazionale raccogliendo il consenso e la simpatia di quanti, della nostra città, avevano una visione distorta, prevenuta, obsoleta. E non pochi erano quelli che non ne possedevano visione alcuna perché non hanno mai saputo esattamente dove essa sia collocata geograficamente
2) Esistono diverse scuole di pensiero circa il modo più idoneo per cucinare la frittola perfetta. La versione basica parla di banale acqua portata ad ebollizione e progressivo sversamento di parti macellate di un maiale il quale si è immolato, probabilmente contro la sua volontà, alla causa della continuità di codesta tradizione gastronomica che ci rende unici al mondo e ci rende visibili dal satellite a festa di madonna quando fumo bianco dell’Etna e fumo rosa delle caddare, elegantemente appaiate, si innalzano leziosamente in cielo per andare a portare un po' di ristoro e di aroma terrestre alla fascia dell’ozono.
La seconda versione chiaramente e drasticamente indica che, visto che il maiale deve comunque soccombere, dove si è fatto trenta si fa trentuno e il grasso stesso del suino costituisce il brodo di cottura di cotenna e parte magra (mària, in dialetto) impregnando in profondità pure le ossa rendendoci desiderosi di avere le mandibole di un cinghiale per triturarle a uso calia laddove purtroppo ci è permesso solo “zzucare”, ma è una soddisfazione pure quella.
3) E’ ormai chiaro a tutti che il problema tattico della Reggina è il centrocampo. Potendo avere degli ottimi mediani e delle mezzale tipo Pirlo è fuori da ogni dubbio che nel giro di soli tre mesi avremmo un tale balzo di classifica da lasciarci indietro ste squadrette montanare dai nomi ridicoli e quattro gatti di spettatori e ritrovarci dietro l’Atalanta. Lo stadio tornerebbe ad essere pieno come ai tempi felici della serie A, un po' più faticosamente conquistata ma memorabile e di immutato affetto nei nostri palpitanti cuori amaranto.
Ecco fatto: ora sta a voi dichiarare, con la massima sincerità, quale dei tre concetti sopra espressi hanno presentato maggiori difficoltà di comprensione. Siano le vostre risposte chiare e sincere perché, di fatto, potrebbero confutare le tesi iniziali e dimostrare che a Reggio non c’è concetto che ci sia ignoto e non c’è arcano che non si possa spiegare, a parte l’inspiegabile assenza di molari da cinghiale.