Cannizzaro: Reggio Calabria verso una nuova stagione politica
Da una piazza Duomo gremita Cannizzaro ed Occhiuto aprono la campagna elettorale sottolineando il ruolo di Forza Italia
di Francesco Nicolò - 20 ottobre 2025 09:59
C'è un tempo in cui le città chiedono coraggio. Reggio Calabria è arrivata a quel punto.
Dopo undici anni di governo della sinistra, segnati da un’amministrazione stanca e da un tessuto urbano e sociale rimasto immobile, la città dello Stretto attende un cambio di passo. Ma la verità, ormai evidente a tutti, è che la destra reggina avrebbe già potuto governare, se solo non si fosse impantanata nelle sue divisioni interne e in scelte poco lucide.
Il centrodestra ha perso le ultime elezioni non perché mancassero i numeri, ma perché mancava una guida; perché è stato scelto un candidato privo di visione, di dialettica, di capacità di incarnare un progetto.
Eppure, una visione c’era — e c’è ancora: quella che Giuseppe Scopelliti aveva iniziato a costruire più di dieci anni fa, quando Reggio si muoveva nella direzione di una città turistica, moderna, con un’identità mediterranea.
Quel progetto, pur con i suoi limiti ed errori, aveva un filo logico, una spinta. Poi tutto si è fermato, la struttura sgretolata sotto il peso di pesantissimi macigni.
L'amministrazione uscente non ha mai dimostrato di dare un'identità ed un ruolo alla città, navigando tra ideologia e populismo sociale ha mantenuto il governo della città per due mandati tra colpi di scena ed epurazioni diventate nel "secondo tempo" i veri protagonisti.
I grandi temi della vivibilità cittadina, delle occasioni di lavoro non sono stati mai affrontati. Le poche occasioni trattate sono state sprecate vedi il PSC cittadino ancora al palo e carico di impedimenti, le aree costiere non balneabili ne adatte all'uso ricettivo, scarse le iniziative per il sostegno al lavoro. Tra progetti non approvati e progetti finanziati la città ha sprecato. Le somme importanti ricevute non lasciano il segno oltre tanto insuccesso planetario. La stucchevole ricerca di compiacimento immediato ed apparizioni pubbliche verranno ricordate tra i murales sbiaditi e piazzette sgretolate dalla pochezza.
In ben 11 anni nessun intervento strutturale è stato concluso nonostante le ripetute dichiarazioni, apparizioni e inaugurazioni ne impostato un progetto per il futuro. La città è rimasta ferma e chi si assumerà la responsabilità di guidarla dovrà ripulirla dalle infinite incompiute.
Il centrodestra reggino deve ora trasformare il consenso potenziale in progetto reale.
Dopo anni di divisioni e improvvisazioni, la città chiede una guida solida, autorevole e competente. Una persona capace di rappresentare un’idea, non un simbolo imposto; di costruire alleanze, non di subirle.
Lo ha detto chiaramente Francesco Cannizzaro, nel suo comizio in Piazza Duomo: Reggio non ha bisogno di chi elabora teorie dietro una tastiera, ma di chi scende in piazza, ascolta, propone, realizza ed ha il consenso.
Aspetto che sottolinea decisamente il ruolo politico di forza italia anche verso gli alleati e verso gli outsider politici privi di numeri che hanno già fallito l'esperimento. Il riferimento non è verso gli alleati leghisti Sarica, Scopelliti, Mattiani, visto che i numeri li hanno dimostrati possedere, piuttosto a reimpasti politici sotto forma di movimenti civici.
Quando Cannizzaro ha dichiarato di essere pronto a “vestire la maglia amaranto”, non ha parlato di ambizioni personali o di poltrone. Il messaggio è stato chiaro: la scelta del candidato deve nascere dal territorio, deve essere condivisa e non divisiva. Certamente parole non equivoche sono indirizzate anche ai livelli nazionali ai quali spetta l'ultima parola.
Ha anche precisato che la sua disponibilità e quella del presidente di regione sono per raggiungere un obiettivo: vincere le elezioni. Creare un filo comunicativo diretto tra amministrazione regionale e città metropolitana lontano da stucchevoli rimostranze dell'ultim'ora sulle deleghe non riconosciute.
Chiaramente Cannizzaro non può essere interessato alla fascia tricolore, consapevole che il ruolo di sindaco lo sottrarrebbe alla sua funzione strategica di coordinamento politico e organizzativo a livello regionale e di rappresentanza parlamentare.
La sua disponibilità è quindi simbolica, e fortemente politica: è un modo per dire che la leadership non si impone, si costruisce.
La nuova destra reggina non deve ricominciare da zero, ma riprendere un percorso interrotto: quello di una Reggio proiettata verso il turismo, le infrastrutture, la qualità urbana.
Il modello Scopelliti, "riletto con i tempi di oggi" e integrato con la visione di Roberto Occhiuto per la Calabria, può rappresentare la base di una nuova stagione politica.
Il programma c’è: turismo come industria strategica, rigenerazione urbana, rilancio del porto e dell’aeroporto, sostegno alle imprese locali, legalità amministrativa e trasparenza gestionale.
Manca ancora solo una cosa: una figura capace di realizzarlo davvero.
Il centrodestra ha davanti a sé un bivio storico: Può scegliere la via comoda, quella dei compromessi e delle candidature calate dall’alto, destinate a durare un’elezione e spegnersi il giorno dopo;
oppure può fare ciò che Reggio chiede da anni: individuare un leader che sappia guidare, unire, costruire. Reggio Calabria ha bisogno di un amministratore radicato nel territorio, con competenza, carisma e autorevolezza, capace di portare a sintesi l’esperienza regionale, le energie locali e la volontà di cambiamento.
Cannizzaro, con il suo intervento, ha indicato la strada: non certo una candidatura personale, ma un principio politico. La rinascita del centrodestra non passa dai nomi, ma dal metodo. E se il metodo sarà quello giusto, Reggio potrà finalmente tornare a essere la città che guida la Calabria, e non quella che la rincorre.