Al MArRC "Io sono Moltitudini": Lo stupefacente, il sorprendente
L'evento di domenica 8 settembre ha chiuso il trittico di spettacoli proposti da Armonie Arte Festiva
di Elmar Elisabetta Marcianò - 10 settembre 2024 12:17
"Io sono moltitudini" è uno spettacolo di teatro-danza che affronta la complessità dell'identità umana esplorando la molteplicità delle diverse, a volte infinite, voci interiori che coabitano in ognuno di noi. Attraverso un'esibizione che fonde il linguaggio corporeo del movimento con elementi teatrali, la performance indaga la consapevolezza della perdita, i conflitti interiori, le contraddizioni e le sfumature dell'essere a cui alcuni girano le spalle mentre altri si tuffano a capofitto.
La regia e la coreografia dello spettacolo giocano con l'alternanza di solitudine e interazione, silenzio e frenesia. Il ritmo della danza è fluido ma frammentato, riflettendo l’instabilità dell'io contemporaneo. "Mi riconosci ancora? Quanto a lungo è durata la separazione? Dammi di nuovo la mano anima mia così a lungo dimenticata."
Ogni performer sembra incarnare un aspetto diverso della personalità, muovendosi in modo talvolta armonico, altre volte dissonante, come a voler rappresentare la lotta interna che tutti viviamo. "Con te voglio andare ed elevarmi alla mia solitudine nell'acquisire consapevolezza della perdita e gioia del ritrovare."
Dal punto di vista della coreografia, lo spettacolo si distingue per la capacità di creare immagini potenti e disturbanti. I corpi dei danzatori, talora sopraffatti dal dolore del vuoto talora esaltati dalla presenza di "moltitudini" che si affollano, parlano, urlano fino a fondersi gli uni negli altri, diventano strumenti di espressione viscerale, trasmettendo emozioni in forte contrasto con una precisione fisica notevole. Tuttavia, proprio questa carica fisica rischia a tratti di diventare ridondante. Alcuni passaggi sembrano, infatti, prolungarsi oltre il necessario perdendo l'impatto iniziale e diluendo la tensione emotiva.
Il concept dello spettacolo, che parte dall’idea di un io frammentato, è senza dubbio interessante e attuale, ma non accessibile a tutti. La scelta di abbandonare un filo conduttore chiaro, in favore di un'esplorazione astratta della psiche, rende l’esperienza meno comprensibile a un pubblico che non è abituato a una forma d’arte così sperimentale. Chi, però, è disposto a immergersi in questo universo, troverà nello spettacolo una riflessione profonda sul senso di sé e sul conflitto interiore che si risolve con la rinascita. Lo stupefacente, il sorprendete vagare dell'io "sono giunto ad un luogo del mio sé ed ho scoperto che era torbido, desolato e sterile, ma abitato da molti me."
La scenografia è unica perché fa da sfondo uno dei Bronzi di Riace, spettatore silenzioso, ma supporta efficacemente l'azione, creando uno spazio aperto che permette ai danzatori di occupare e ridefinire costantemente l’ambiente fuori dal tempo e dallo spazio. Le luci e i colpi di scana, studiati in modo intelligente, accentuano i cambiamenti di tono emotivo, passando da atmosfere intime a momenti di esposizione collettiva.
"Io sono moltitudini", titolo che cita la poesia la poesia di Walt Whitman "Contro di me stesso" è uno spettacolo che punta, senza dubbio, a spingere il pubblico verso una riflessione profonda e personale. La performance riesce a toccare corde emotive intense, offrendo una visione della condizione umana moderna, liquida che è al tempo stesso fisica e psicologica. Un'esperienza che, seppur non per tutti, lascia un segno profondo in chi è disposto a lasciarsi attraversare dalle sue suggestioni.
L'evento di domenica 8 settembre ha chiuso il trittico di spettacoli proposti da Armonie Arte Festival per Il Museo Archeologico di Reggio Calabria diretto da Fabrizio Sudano che conferma, ancora una volta, la volontà di dare un volto e un'energia nuova al Museo.
Compagnia Abbondanza Bertoni - Concept e regia Michele Abbondanza - coreografia e costumi Michele Abbondanza e Antonella Bertoni - musica Orlando Cantello