Politica

Piazza del Popolo contesa dalle Istituzioni

Al pari di un'opera d'arte piazza del popolo viene considerata un bene prezioso da sfruttare

di Francesco Nicolò - 18 febbraio 2025 12:40

Anche oggi si torna a parlare di Piazza del Popolo. Dopo la questione mercato si mercato no, ambulanti si ambulanti no, parcheggio si parcheggio no, entra in scena il Demanio dello Stato, che attraverso l'Agenzia batte cassa sulla Piazza,  in virtù del presunto trasferimento di questa, quale bene appartenuto  al Partito Nazionale Fascista, regolato dal Decreto Legislativo Luogotenenziale 27 luglio 1944, n. 159.

Questo decreto stabiliva infatti, la confisca e il trasferimento dei beni del disciolto PNF e delle organizzazioni fasciste al patrimonio dello Stato italiano. L’obiettivo era smantellare il sistema patrimoniale del regime fascista e utilizzare quei beni per scopi pubblici.

Appare quantomeno paradossale e fuori termine,  che Piazza del Popolo venga oggi considerata dal Demanio un "bene" alla stregua delle " case del fascio" edifici e monumenti realizzati e quindi di proprietà del regime. Sostanzialmente la piazza è un bene del territorio ed in quanto tale non poteva appartenere al fascio,  se non le mere installazioni ivi presenti.

Ebbene stamattina alla nuova chiamata della nona commissione "Controllo e Garanzia" richiesta dal consigliere Ripepi in relazione a quanto emerso attraverso organi di stampa, la dottoressa Pace risponde sulla questione demanialità della piazza, sottoponendo alcuni atti pervenuti da parte dell'Agenzia del Demanio che dopo alcune informazioni generali sull'utilizzo della piazza a scopo lucro, chiede il pagamento di 170000 euro per l'uso della piazza degli ultimi 10 anni.

Nello sconcerto dei presenti e nella quantomeno, poco formale richiesta di pagamento, la dottoressa Pace rileva la necessità di chiarimenti quantomeno sul calcolo dei tributi richiesti.

Appare a dire il vero strano, come già evidenziato dalla consigliera Marcianò, che questo atto non abbia un atto preliminare. Appare improbabile infatti, che un'ente possa inviare il conto da pagare senza alcuna evidenza dei conteggi.

Ciò che non torna in questa nuova faccenda, è come si possa includere un suolo di terzi senza un'atto di cessione o di utilizzo, come possa aver avuto luogo la destinazione d'uso mercatale di un'area di terzi (il demanio) senza sapere quanto vale l'uso. 

Ancora più grave è aver incluso Piazza del Popolo nei piano regolatore e nel piano strutturale comunale senza alcun parere dell'ente proprietario. 

In questo scenario a dir poco buio e contorto, si aggiunge la possibilità di cui all’articolo 15 bis del D.L. n. 13/2023, convertito in Legge n. 41/2023, che prevede la possibilità di trasferire in proprietà, a titolo gratuito, a Regioni, Comuni, Province e Città metropolitane,su richiesta dei medesimi Enti, determinate categorie di immobili appartenenti al demanio storico-artistico ovvero al patrimonio disponibile dello Stato in gestione all'Agenzia del Demanio.Domanda di richiesta, che andava presentata dal comune,entro il 31 dicembre 2024.

É comune pensiero, ritenere che l'accelerazione dell'amministrazione per una riqualificazione dell'area di piazza del popolo o dequalificazione sia stata dettata da tutto questo intreccio legislativo e che interesse ha l'amministrazione a provvedere all'acquisizione o assegnazione definitiva della piazza.