Crolli, Danni e dissesti: la sicurezza e lo sviluppo del territorio passa dalle competenze
Dalle categorie professionali e accademici la richiesta di affrontare la fragilità dei territori con visione e responsabilità
di Redazione - 11 luglio 2025 12:38
I frequenti episodi di crolli strutturali, dissesti idrogeologici e danni ambientali che attraversano il nostro Paese restituiscono l’immagine di un’Italia fragile, esposta a rischi diffusi e spesso sottovalutati. Frane, alluvioni, cedimenti di edifici o infrastrutture non sono più eventi eccezionali, ma segnali di un sistema che necessita di una nuova cultura della prevenzione.
In un contesto simile, continuare a pensare la sicurezza come un mero adempimento normativo non è più accettabile. È tempo di riconoscerla per ciò che realmente è: una priorità strategica, che riguarda la tutela della vita, la protezione del territorio e la possibilità stessa di uno sviluppo duraturo.
Le criticità non riguardano solo alcune aree isolate, ma interessano l’intero territorio nazionale. La Città Metropolitana di Reggio Calabria ne è un esempio emblematico: un territorio geologicamente fragile, ad alta sismicità, con un’edilizia diffusa spesso vetusta, una rete infrastrutturale discontinua, e un sistema urbano-paesaggistico che alterna densità costiere a piccoli centri interni esposti al rischio di isolamento.
In questo contesto, è fondamentale superare l’idea che le fragilità possano giustificare lo stallo o il rallentamento delle trasformazioni. Al contrario, è proprio nei territori più vulnerabili che si misura la capacità di innovare, pianificare e progettare con intelligenza e lungimiranza.
La messa in sicurezza strutturale e idrogeologica del territorio non è un ostacolo allo sviluppo: è la condizione necessaria per renderlo possibile.
Investire in infrastrutture sicure, moderne e ben progettate, in edifici adeguati, in reti idriche e viarie funzionali significa costruire fiducia, generare lavoro qualificato, migliorare la qualità della vita e attrarre risorse e opportunità.
Ma perché tutto questo accada, serve un cambio di passo. Non bastano le risorse economiche: è indispensabile valorizzare la competenza tecnica, dare centralità al progetto, semplificare le procedure senza abbassare i controlli, promuovere una cultura della manutenzione come pratica ordinaria.
Il rilancio non può riguardare solo i grandi centri urbani. Serve una riqualificazione strutturale, urbanistica e ambientale che coinvolga anche i piccoli comuni, spesso dimenticati dai grandi piani d’intervento ma fondamentali per l’identità, l’equilibrio e la coesione del territorio metropolitano.
Borghi montani e collinari, affacciati su un paesaggio di straordinaria bellezza e fragilità, rischiano lo spopolamento e il degrado. Intervenire qui significa non solo mettere in sicurezza, ma anche valorizzare il paesaggio, le risorse ambientali e le pratiche agricole e forestali tradizionali, centrali per uno sviluppo territoriale sostenibile.
Per affrontare questa sfida servono competenze diverse che dialoghino tra loro.
Ingegneri, architetti, geologi, dottori agronomi e dottori forestali sono chiamati a unire le forze in una collaborazione tecnica e culturale fondata sulla condivisione di conoscenze e sulla visione di un territorio da rigenerare, proteggere e rendere vivibile.
Il progetto tecnico, che sia strutturale, paesaggistico o agronomico, non può più essere ridotto a una formalità. Deve tornare a essere un atto di responsabilità, fondato su etica, rigore e attenzione agli effetti sul lungo periodo.
La transizione verso un territorio più sicuro e moderno passa anche da un forte investimento nella formazione e nella ricerca.
In questo senso, la collaborazione con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria assume un ruolo strategico. Le sinergie tra il mondo accademico e le professioni tecniche sono fondamentali per costruire modelli integrati di pianificazione, progettazione e gestione del rischio, capaci di coniugare innovazione, sostenibilità e conoscenza del territorio.
Formare nuove generazioni di tecnici consapevoli, aggiornare le competenze, diffondere una cultura della prevenzione e della manutenzione: sono obiettivi che devono accompagnare ogni intervento strutturale e infrastrutturale.
La Città Metropolitana di Reggio Calabria ha tutte le carte in regola per diventare un laboratorio di rigenerazione urbana e ambientale. Le sue fragilità non devono rappresentare un freno, ma uno stimolo ad agire con più competenza e visione.
Serve un nuovo patto tra istituzioni, professionisti e comunità locali, fondato sulla responsabilità condivisa e su scelte lungimiranti.
Sicurezza e sviluppo non sono opposti: possono e devono procedere insieme.
Questo è il momento della consapevolezza. E del coraggio di costruire.
Ing. Francesco Foti
Presidente Ordine degli Ingegneri della Provincia di Reggio Calabria
Arch. Santina Dattola
Presidente Ordine degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori della Provincia di Reggio Calabria
Dott. Forestale Antonino SGRO’
Presidente Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Reggio Calabria
Dott. Giulio Iovine
Presidente Ordine dei Geologi della Calabria