Referendum lavoro ed immigrazione: Tre settimane per decidere
Fronti divisi, da una parte la maggioranza invita all'astensione, l'altra é divisa
di Francesco Nicolò - 16 maggio 2025 10:03
Tra tre settimane l’Italia sarà chiamata a esprimersi su cinque quesiti referendari. Nelle giornate dell’8 e 9 giugno, in concomitanza con il secondo turno delle elezioni amministrative gli italiani sono chiamati ad esprimersi sull'abrogazione di temi legati al lavoro e alla cittadinanza.
I cinque quesiti referendari riguardano:
1. Cittadinanza per stranieri residenti
Proposto da +Europa e altre forze civiche, il referendum mira a dimezzare da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale richiesto agli stranieri extracomunitari adulti per ottenere la cittadinanza italiana.
2. Abolizione del contratto a tutele crescenti (Jobs Act)
Promosso dalla CGIL, questo quesito propone l’abrogazione del decreto legislativo n. 23/2015, che disciplina i contratti a tempo indeterminato con tutele crescenti, introdotto con il Jobs Act.
3. Indennità di licenziamento nelle piccole imprese
Si propone la modifica delle norme che regolano l’indennizzo per licenziamento illegittimo nelle aziende con meno di 15 dipendenti, eliminando i limiti massimi attualmente previsti.
4. Contratti a termine
Il referendum mira a eliminare le disposizioni che consentono l’estensione dei contratti a termine oltre i 12 mesi in assenza di specifiche condizioni, rendendo più difficile il ricorso a contratti precari.
5. Responsabilità solidale negli appalti
Si propone di abrogare la norma che esclude la responsabilità solidale del committente per gli infortuni subiti dai lavoratori delle imprese appaltatrici o subappaltatrici, rafforzando così la tutela della sicurezza sul lavoro.
Se il Referendum restituisce ai cittadini il potere democratico delle scelte e degli indirizzi, dall'altro si manifesta come attività prevalentemente di politica partitica.
Le anime di sinistra tornano a parlare di art.18 dopo le modifiche subite senza una risposta, ma piuttosto supina accettazione.
Questioni importanti che riguardano la sfera delle tutele dei lavoratori e reintegro del posto di lavoro, in sostituzione dell'indennità economica o indennità senza paletti.
Viene rimessa nelle mani del popolo la richiesta di anticipare a 5 anni la cittadinanza ai cittadini stranieri residenti nel paese, nonostante le leggi attuali consentano ai cittadini non ancora nazionalizzati, l'erogazione di benefici, sostegni e assistenza quasi al pari dei cittadini italiani, fuorché il diritto al voto.
La maggioranza di governo, ben salda sulle posizioni riguardanti l'immigrazione e la nazionalizzazione dei cittadini, non vuole rischiare il sì sul quesito immigrazione ed anche ed invita a disertare il referendum per non raggiungere la soglia di validità.
Sul fronte del lavoro invece, viene chiesta la riduzione dei contratti a tempo, introducendo l'obbligo della causale per limitare l'eccessivo utilizzo di contratti a tempo.
La percezione dei "Pro e Contro"
Quesito 1: Abrogazione del contratto a tutele crescenti (Jobs Act)
Pro: Ripristina la reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo annullando le modifiche apportate all'articolo 18 nel 2002. Rafforza le tutele per i lavoratori, specie quelli assunti dopo il 2015. Contrasta la precarizzazione del lavoro.
Contro: Potrebbe scoraggiare le assunzioni, specie nelle piccole imprese. Potrebbe ridurre la flessibilità del mercato del lavoro utile alle imprese con carichi stagionali. Rischio di aumento dei contenziosi giudiziari
Quesito 2: Eliminazione del tetto massimo all’indennità per licenziamenti nelle piccole imprese
Pro: Garantisce maggiore equità per i lavoratori delle piccole imprese. Permette al giudice di valutare caso per caso, senza vincoli rigidi.
Contro: Aumento dell’incertezza per le piccole aziende. Potenziale aumenti dei costi in caso di vertenze legali
Quesito 3: Reintroduzione dell’obbligo di causale nei contratti a termine
Pro: Riduce l’abuso dei contratti a tempo determinato inferiore a 12 mesi, di fatto il decreto dignità già pone l'obbligo per contratti superiori a 12 mesi . Incentiva l’assunzione a tempo indeterminato. Migliora la stabilità occupazionale.
Contro: Rende più complesso e burocratico l’utilizzo di contratti a breve termine. Può disincentivare le assunzioni per esigenze temporanee reali.
Quesito 4: Responsabilità solidale del committente negli appalti
Pro: Aumenta la tutela per i lavoratori degli appalti, specie in caso di incidenti o malattie. Costringe i committenti a scegliere imprese più affidabili ed strutturate sotto ogni profilo normativo.
Contro: Maggiori oneri legali e assicurativi per le aziende committenti. Potrebbe rendere meno conveniente il ricorso agli appalti. Difficoltà delle piccole imprese ad adeguarsi. Maggiore responsabilità penale al committente dovendo assumere responsabilità per rischi specifici dell'attività di subappalto.
Quesito 5: Riduzione da 10 a 5 anni per la cittadinanza agli stranieri
Pro: Favorisce l’integrazione degli stranieri residenti in Italia. Porta gli stranieri nazionalizzati alla piena partecipazione civile e politica e diritto al voto dopo solo 5 anni. Significativo aiuto alla nazionalizzazione dei lavoratori stranieri in caso di perdita del lavoro o se viene meno il requisito della “residenza stabile e continuativa” o se emergono problemi reddituali/documentali rilevanti.
Contro: Timori verso una “corsa alla cittadinanza italiana” senza reali percorsi di integrazione, difficoltà di gestione e controllo e apertura di "mercati e vendita documentale" fuori controllo. Apertura di conflitto sociale politicamente divisivo su immigrazione e identità. Incoerenza temporale tra diritto al voto dei cittadini italiani nativi e diritto al voto dei cittadini nazionalizzati in solo 5 anni di residenza. Gestione e quantificazione dei flussi per la riunificazione delle famiglie.