Attualità

Il Campionato del Bergamotto di Iginio Massari profuma di Ingiustizia?

Siamo di fronte ad un campionato credibile o ad una vetrina per pochi?

di Elisabetta Marcianò - 01 febbraio 2025 15:34

Il bergamotto, agrume simbolo della Calabria e in particolare della provincia di Reggio Calabria, è al centro di un clamoroso caso che sta facendo discutere il mondo della pasticceria e non solo. Il celebre maestro Iginio Massari ha recentemente lanciato il primo Campionato del Bergamotto che si terrà a Reggio Calabria durante il Bergafest, storico evento promosso dall'Accademia Internazionale del Bergamotto, presieduta da Vittorio Caminiti del Museo del Bergamotto. Tuttavia, quella che avrebbe dovuto essere una celebrazione della tradizione e dell’innovazione si è trasformata in una vera e propria controversia: i pasticceri reggini e le associazioni di categoria, ovvero coloro che più di tutti hanno una storia e un legame con questo frutto prezioso, sono stati esclusi dall'organizzazione. 

La decisione ha lasciato sgomenti molti professionisti del settore ed appassionati della cultura e tradizione locale. Se il bergamotto è il fiore all’occhiello della città di Reggio Calabria, perché mai proprio i suoi artigiani sarebbero stati esclusi dall'organizzazione di una competizione che celebra questo frutto? Chiaramente, la polemica vista dal popolo appare come l'ennesima appropriazione indebita, come la mancata unità porti alla rovina e perdita del patrimonio.

Le motivazioni ufficiali non sono chiare, ma si mormora che la scelta sia stata guidata da una strategia di selezione chiusa, che ha privilegiato alcuni circuiti pasticceri a discapito di altri.

Le reazioni non si sono fatte attendere. Alcuni pasticceri reggini che hanno ruoli di rilevanza nazionale hanno espresso il loro sdegno per una decisione che sembra voler cancellare secoli di tradizione e maestria. Escludere Reggio Calabria da un campionato sul bergamotto è come fare un concorso sulla pizza senza i napoletani?”

Alcuni sospettano che dietro questa esclusione vi sia la volontà di spostare il baricentro della valorizzazione del bergamotto fuori dai confini reggini, forse per motivi economici o di prestigio. Se così fosse, ci troveremmo di fronte a una vera e propria appropriazione culturale e commerciale.

Non si può negare che Iginio Massari, icona della pasticceria italiana, sia un’autorità nel settore. Tuttavia, l’idea che un evento di questa portata possa ignorare chi il bergamotto lo lavora da generazioni lascia perplessi. Siamo di fronte ad un campionato credibile o ad una vetrina per pochi?

Alla luce di questa esclusione, sorge una domanda: può un Campionato del Bergamotto essere davvero rappresentativo se esclude chi ne è storicamente il custode? È come organizzare un concorso mondiale sul parmigiano senza caseifici emiliani, o un festival del Barolo senza produttori piemontesi.

Se l’obiettivo era quello di valorizzare il bergamotto, l’iniziativa rischia di ottenere l’effetto contrario: dividere invece di unire, escludere invece di includere. I pasticceri reggini rimarranno a guardare o assisteremo a un evento dall’aroma elitario, ma dal retrogusto amaro?

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