Attualità

La guerra del bergamotto

Riggiu non vindiu mai ranu.....e bergamotti?

di Marco Lombardo - 26 marzo 2024 10:50

Ormai da qualche tempo numerose testate giornalistiche, dalla “storica” Gazzetta del Sud fino a quelle di più recente istituzione come la nostra Reggioinforma, danno conto ai lettori -che immaginiamo sempre più attoniti- della querelle sorta intorno al bergamotto. Un disaccordo che, più passa il tempo, più assume i contorni di una guerra tra guelfi e ghibellini.

Da una parte troviamo il Consorzio del bergamotto che di concerto con la Stazione Sperimentale (e questa è una notizia nella notizia: la Stazione Sperimentale esiste ancora?) ha chiesto al Presidente della Regione Occhiuto di avviare l’iter per il riconoscimento del marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta). Dall’altra parte della…barricata troviamo il Comitato spontaneo dei produttori che da lungo tempo porta avanti l’iter per il riconoscimento del marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta).

Il conflitto è esploso in tutta la sua virulenza in quel di Catanzaro negli uffici della giunta regionale, dove il cosentino Occhiuto avrà potuto constatare come i reggini spendano gran parte del loro tempo e delle loro energie a farsi la guerra l’un contro l’altro. 

Il risultato finale è che la Regione ha bloccato l’iter per il riconoscimento del marchio IGP che pare fosse ormai in fase molto avanzata, per avviare l’iter del riconoscimento del marchio DOP.

Eppure guardando alla storia del bergamotto, una storia intimamente connessa con quella di Reggio, si comprende l’origine di un amaro modo di dire: <<Riggiu non vindiu mai ranu>>.

Risalgono al 1750 le prime notizie storiche sulla coltivazione di questo straordinario agrume e sono relative a una piantagione dalle parti di viale Genoese Zerbi, proprio nel cuore della città dello Stretto. L’areale di crescita di questa pianta ricade -da Villa San Giovanni fino a Gioiosa Jonica- interamente nella provincia di Reggio dove ancora oggi si concentra la massima produzione mondiale.

Da qui è originata un’autentica epopea con la nascita, anche nella vicina Messina, di numerose aziende dedicate alla estrazione dell’olio essenziale di bergamotto e alla sua commercializzazione; l’invenzione di strumenti come la “macchina calabrese” per aumentare l’efficienza di produzione; l’istituzione della Stazione Sperimentale per le Essenze e i Derivati Agrumari; le fiere agrumarie.

Insomma un importantissimo volano economico per il nostro territorio.

Poi, progressivamente, il settore è entrato in una profondissima crisi. Per l'avvento delle essenze sintetiche sì, ma soprattutto per i criteri di produzione non sempre esemplari attuati dalle aziende in riva allo Stretto. Come si può leggere nello straordinario documento allegato, una garbata lettera di protesta che una ditta ha inviato nel 1953 al Consorzio: "siamo convinti che pagando un prezzo così alto per il bergamotto, dobbiamo aspettarci un prodotto realmente garantito puro....". Insomma le solite furbizie che alla lunga non pagano.

Il destino del bergamotto sembrava ormai tristemente segnato.

E invece a partire dalla fine degli anni novanta, lentamente, è iniziata un’autentica miracolosa rinascita, anche grazie a uomini illuminati che hanno saputo imprimere una svolta insperata. Dall’imprenditore Ugo Sergi che ad Amendolea ha puntato su una produzione di qualità, al prof. Vincenzo Mollace e al compianto prof. Franco Romeo che hanno dimostrato che il succo di bergamotto (che prima era solo un prodotto di scarto) è in grado di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, fino allo chef Filippo Cogliandro e al maestro Davide De Stefano che sono riusciti a valorizzare il bouquet aromatico di questo straordinario agrume per concepire pietanze e gelati deliziosi.

E questo è il punto: il bergamotto è tornato ad essere remunerativo e non solo grazie all’olio essenziale (che è già marchio DOP) ma anche per il succo. E non è un mistero che anche in altre regioni si stia cercando di impiantare coltivazioni di questo agrume. Da qui la necessità di estendere la protezione a tutta la filiera.

Dunque, ritornando alle polemiche tra fautori del DOP e quelli dell’IGP, senza entrare nei tecnicismi, quello che colpisce è la congenita incapacità di trovare una sintesi nell’interesse comune. Come ebbe a dire il grande poeta reggino Nicola Giunta: <<Sti 'ggenti tra di iddi su' nnimici!>>. Riusciranno i reggini ancora una volta a danneggiare sé stessi? O il bergamotto farà un altro miracolo?

Allegati
Lettera di protesta.jpg
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Categoria : Attualità