ASPROMONTE La battaglia Culturale per rendere accessibile a tutti Demetra, una delle querce più antiche del mondo
"Il bene pubblico o “bene di consumo collettivo” è di tutti, soprattutto di paga le tasse, ed è “un bene di cui tutti possono usufruire "
di Redazione - 21 gennaio 2024 10:56
ASPROMONTE - Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del dottore Francesco D'Aleo, biologo che da tempo si batte per rendere accessibili a tutti il percorso che porta a Demetra, una delle querce più vecchie del mondo.
"Che in Aspromonte ci sia una tra le Querce più vecchie d’Europa e forse del mondo è oramai assodato, ma sul perché solo alcuni eletti ne possano godere la bellezza è ancora poco chiaro. Demetra, così è stata chiamata, come la Dea greca della natura, attribuendo ad un albero una qualità divino/umana (?), avrebbe 943 anni e si troverebbe nel cuore del Parco Nazionale dell’Aspromonte in loc. Valle infernale o nelle immediate vicinanze. Il condizionale è d’obbligo perché attorno a questo “fantomatico” albero tante sono le leggende: ubicazione, grandezza finanche l’attuale esistenza. Nel fermento scientifico dello “citizen science” che ha coinvolto tutte le regioni d’Italia, solo i cittadini calabresi e i fruitori dell’Aspromonte ne rimangono esclusi, infatti, a nessuno se non a pochissimi è dato conoscere l’ubicazione esatta dell’albero.
Le scuse palesate solo tra le più insensate, una fra le tante la tutela (ma da chi?) esplicitando che tranne (loro) pochi, nessuno ha il quoziente intellettivo per non recare danno, distruggere o banchettare nei dintorni. Agli stessi a cui oggi viene precluso, di fatto l’accesso, è stato chiesto nell’estate del 2021 di aiutare nel corso degli incendi che hanno distrutto il crinale di Acátti. Ritengo sia una battaglia giusta e doverosa, per tutti coloro che si reputano liberi, la diffusione della localizzazione esatta o per lo meno, per chi volesse, essere accompagnati in situ.
Sono sicuro che tra le tante guide di professione (vi è anche un’associazione a tutela) sapranno organizzarsi in sit-in a custodia del sito dalle enormi mandrie di uomini-bove che potrebbero distruggerlo, e magari anche dare qualche informazione scientifica in merito. Ricordo, per finire, che il bene pubblico o “bene di consumo collettivo” è di tutti, soprattutto di paga le tasse, ed è “un bene di cui tutti possono usufruire in modo tale che il suo consumo da parte di ciascun individuo non vada ad ostacolare o ad impedire il consumo di quello stesso bene da parte di un altro individuo.”