Politica

Reggio Informa e la scelta di non seguire il teatrino politico

Il nostro compito, come giornalisti, non è fare da megafono alla propaganda, ma essere un filtro critico, una voce che seleziona, approfondisce e denuncia quando serve

di Elisabetta Marcianò - 02 ottobre 2025 16:02

In Calabria la politica, quando arriva il tempo delle elezioni, si accende di luci e microfoni. I comizi si moltiplicano, i palchi diventano vetrine, le piazze si trasformano in scenografie di una rappresentazione che appare più teatrale che democratica. In questo contesto, Reggio Informa sceglie di non esserci. Non seguiamo comizi, incontri o dibattiti che, nella maggior parte dei casi, finiscono per essere un esercizio di retorica. Non è un atto di disinteresse, ma una presa di posizione chiara: l’informazione, se vuole avere un senso, deve distinguere il rumore dalla sostanza.

Troppo spesso i comizi si riducono a promesse cicliche, a parole di cambiamento che si ripetono a ogni campagna elettorale e che raramente si traducono in azioni concrete. Le accuse incrociate tra candidati, i proclami urlati a favore di telecamera, i discorsi gonfi di slogan e poveri di contenuti non aiutano a capire, non illuminano le scelte che i cittadini sono chiamati a fare. Seguirli significherebbe prestarsi a un gioco che non arricchisce il dibattito pubblico, ma lo impoverisce.

Non ci interessa chi riesce a strappare più applausi in piazza o chi pronuncia la battuta più efficace. Ci interessa, invece, verificare quali soluzioni concrete vengono avanzate sui problemi reali della nostra terra: la sanità fragile, le infrastrutture dimenticate, il lavoro che non c’è, i giovani costretti a partire.

La politica, sui palchi, alza la voce. Ma i calabresi hanno bisogno di risposte, non di urla. Hanno bisogno di serietà, non di slogan. Hanno bisogno di azioni credibili, non di promesse da campagna elettorale. Per questo non rincorriamo i comizi: perché sappiamo che, al termine della festa, i riflettori si spengono, i palchi si smontano e la realtà rimane, dura e concreta, spesso identica a prima.

Non partecipare a questo teatrino non significa sottrarsi al dovere di informare. Al contrario, significa assumersi una responsabilità più grande: non confondere i lettori, non ingannarli con il racconto di uno spettacolo, ma accompagnarli verso una comprensione autentica di ciò che si decide davvero nelle urne.

Ed è qui che ci rivolgiamo ai politici: basta con la retorica vuota. Basta con le promesse usurate dal tempo, con le frasi ad effetto che servono a guadagnare un applauso e nulla più. I cittadini non sono spettatori da intrattenere, ma persone che chiedono dignità, lavoro, diritti, servizi. Se davvero volete fare politica, abbandonate i palchi come scenografie e portate la vostra voce dove la gente soffre e lotta ogni giorno. Parlate di proposte concrete, accettate il confronto serio sui programmi, assumetevi responsabilità precise. È lì che si misura la credibilità, non sul volume delle parole pronunciate davanti a una folla.

Questo appello, però, non riguarda soltanto la classe politica. Riguarda anche i cittadini. Perché se la politica continua a privilegiare il teatro rispetto alla sostanza, è anche perché troppe volte il pubblico si accontenta di assistere allo spettacolo senza pretendere altro. Tocca a noi tutti, come comunità, alzare l’asticella della partecipazione: ascoltare, leggere, confrontare, pretendere risposte. Votare non significa farsi sedurre da chi urla più forte, ma scegliere con coscienza chi offre soluzioni concrete e credibili.

Il nostro compito, come giornalisti, non è fare da megafono alla propaganda, ma essere un filtro critico, una voce che seleziona, approfondisce e denuncia quando serve. È un impegno verso i cittadini, che meritano rispetto, non inganni.

In un momento cruciale per la Calabria, scegliamo di non correre dietro ai comizi, ma di camminare accanto ai calabresi, nelle loro strade, nei loro quartieri, nei loro problemi quotidiani. Perché lì si gioca la vera politica, e lì deve stare anche l’informazione che vuole essere utile.

La nostra scelta non è contro qualcuno, a favore di qualcosa: a favore di un’informazione che rifiuta l’apparenza, che non si lascia sedurre dal clamore, che non piega la testa davanti al teatrino del consenso. Reggio Informa non segue i comizi delle regionali calabresi perché segue un principio: raccontare la verità, anche quando non fa rumore.

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