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Fischi dalla tribuna alla curva: il tifo che si vergogna di se stesso

Fischi dalla tribuna: tifosi o rivoltosi?

di Francesco Nicolò - 26 settembre 2025 12:19

Altro che passione, altro che amore per la maglia: quello visto ieri sugli spalti è stato uno spettacolo indegno. La curva che esplode in rabbia, la tribuna che la fischia: il tifo che si divide e si accusa da solo. Ma così non si è tifosi, si è complici del declino.

Un vero tifoso incita, sostiene, soffre con la squadra. Un rivoltoso invece urla, insulta e si accanisce, persino contro chi sta sugli spalti accanto a lui. La differenza è abissale. E i fischi della tribuna alla curva dicono una cosa chiara: c’è una parte della tifoseria che non vuole più essere associata a chi rovina lo spettacolo.

Gli inglesi ci sono già passati: anni di violenza, poi la svolta. Oggi cantano novanta minuti, sostengono senza tregua, e hanno capito che chi ama una maglia non la infanga. 

Gli stadi dove si disputano gare di lega minore in Inghilterra sono pieni di spettatori che la domenica seguono la loro squadra a prescindere se gioca nella premier league. Chi è, e dov'è il vero tifoso?

Qui, invece, c’è ancora chi si crede protagonista  chi deve affrontare squadre di città per vincere o scaricare le proprie frustrazioni con la rivolta. Questo tipo di tifoseria è solo una farsa, che dimentica che senza sostegno una squadra non va da nessuna parte. Chi ieri ha fischiato non la squadra, ma la curva, ha dato un segnale forte: basta con il tifo che si vergogna di se stesso.

Al termine della partita tra Reggina e Gelbison, conclusasi con una sconfitta per 2-3, si è assistito a una netta divisione tra le tifoserie presenti allo stadio Granillo.

Certamente il risultato non incoraggia né supporta le speranze di rientrare nel campionato professionistico. Ma è stata una gara che ha visto un forte reazione degli amaranto sotto di due goal. 

I giocatori hanno spesso quello che avevano, hanno sbagliato un rigore e comunque raggiunto il pareggio giocando. Il 90esimo ha segnato una gara forse già predestinata, dove un improbabile tiro diventa rete e cambia il risultato e fa dimenticare quanto hanno fatto gli amaranto.

La Curva Sud ha manifestato il proprio dissenso nei confronti della dirigenza ed i giocatori, mentre la Tribuna Ovest ha risposto con fischi e cori di protesta, esprimendo disapprovazione verso gli ultras. Questa frattura ha evidenziato un malessere interno alla tifoseria, con alcuni tifosi che hanno contestato la gestione della squadra e della società.

In situazioni simili, come nel caso della Fiorentina, il presidente Rocco Commisso ha espresso il suo disappunto per i fischi rivolti alla squadra, sottolineando che in America tali comportamenti non sono tollerati. Anche in Inghilterra, l’allenatore Gareth Southgate ha definito “una barzelletta” il trattamento riservato a Harry Maguire da parte dei tifosi inglesi. Queste dichiarazioni evidenziano come il comportamento dei tifosi possa influire negativamente sull’immagine della squadra e sulla coesione del gruppo.

La domanda che sorge spontanea ma chi è il tifoso? Il tifo è inteso come sostegno incondizionato alla squadra, o come una forma di partecipazione attiva e critica? Ed in quest'ultima ipotesi qual'é il confine tra partecipazione e interferenza.

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