Generazione Z

PsicheInforma: la storia di Allegra

La dottoressa Angela Cuzzocrea risponde alle paure di Allegra

di Redazione - 21 maggio 2024 08:22

"Mi chiamo Allegra ho 23 anni, sono una studentessa di medicina e soffro d’ ansia, avverto diversi sintomi fisici e ho tanta paura di poter avere un problema di salute importante. Penso che tutto risalga ad una cosa che mi è successa qualche tempo fa. Era estate, mi trovavo nella casa al mare. Avevo notato che mio padre non stava bene e avevo cercato di farglielo presente. Mi padre non solo sottolineò che mi stavo sbagliando, ma anzi sottolineò, con fare sarcastico che non sarei mai stata un buon medico. Nello stesso pomeriggio, però, mentre mi trovava in spiaggia con la madre, mi chiama mia zia contatta terrorizzata perché aveva trovato mio padre in casa a terra, esamine. Da quell'episodio, inizio a provare forti sensi di colpa, si innescano in me pensieri per i quali inizio ad attribuirmi, ma soprattutto comincio a temere di non riuscire a riconoscere in tempo la sintomatologia di qualsiasi malattia. Parallelamente, emergono in me pian piano vissuti molto forti di odio verso mio padre, lo identifico essere la “causa” di quello che sto vivendo, ma al contempo sento l’ esigenza di essere ma anche il bisogno di essere “vista” e di voler essere “amata”. Ansia e paura di ammalarmi diventano quindi il modo più efficace di proiettare sul corpo e rendere visibile ciò che a parole fanno fatica a dire.

Risponde la psicologa Dott.ssa Angela Cuzzocrea (in foto), Psicologa in formazione psicoterapica SPPG - Supervisione teorica e clinica del Prof. Vincenzo Maria Romeo, Ricercatore dell’ Università di Palermo- Direttore Scientifico SPPG

L'ipocondria, da sempre presente nella storia umana, si è evoluta nel corso dei secoli, assumendo diverse sfaccettature culturali e scientifiche. Il termine stesso, coniato nell'antica Grecia, deriva da che significa sotto e chondros che significa sterno, indicando così una condizione che si credeva originarsi dallo squilibrio dei fluidi corporei concentrati nella zona addominale. Questo concetto era fondato sulla teoria dei quattro umori di Ippocrate, secondo la quale la salute dipendeva dall'equilibrio tra sangue, flegma, bile gialla e bile nera. L'ipocondria ha continuato a suscitare interesse attraverso i secoli, trovando menzione in opere letterarie come l'Amleto di Shakespeare e La Peste di Albert Camus. Tuttavia, è nel contesto della psicologia moderna e della medicina che l'ipocondria ha trovato un approccio più scientifico.

Il disturbo da ansia di malattia (come definito dal DSM 5 APA, 2014) originariamente conosciuto con il termine “ipocondria”, è l’espressione di un’eccessiva e pervasiva preoccupazione connessa alla paura o alla convinzione di avere una patologia seria ed invalidante, conseguente un processo di errato ragionamento: la persona interpreta sensazioni e sintomi somatici spesso di per sé benigni, come indice di malattia. Diverse e variegate possono essere le manifestazioni del disturbo. La prima distinzione deve essere fatta tra coloro che ricercano cure e rassicurazioni e coloro che evitano qualsiasi contatto con gli specialisti. I primi, sono continuamente alla ricerca di ripetute richieste di rassicurazione e controlli eccessivi come check-up, colloqui medici, richieste di informazioni a familiari, amici e medici, ricerche su internet e libri, generando molta sofferenza e disagio che interferisce con il normale svolgimento delle attività quotidiane. 

Coloro che, invece, evitano le cure, eludono qualsiasi forma di contatto con i medici, arrivando spesso a trascurare il proprio stato di salute. Tutto questo perché sono profondamente spaventate da qualsiasi tipo di elemento che possa generare il pensiero di avere una patologia. Altri, pur soffrendo a causa delle loro preoccupazioni non richiedono l’aiuto medico perché convinte di non poter ricevere alcun tipo di assistenza adeguata alla propria sofferenza. L'esperienza e la percezione dell'ipocondria possono essere influenzate da fattori culturali e sociali. L'avvento di internet e dei motori di ricerca, infatti, ha fornito un accesso senza precedenti a informazioni mediche, ma ha anche alimentato l'ansia ipocondriaca attraverso la ricerca compulsiva di sintomi su piattaforme online non sempre affidabili. La tecnologia può quindi essere sia un'utile risorsa che, in questo caso, una fonte di ansia aggiuntiva per coloro che soffrono di ipocondria.

Nella psicoanalisi classica diversi sono stati i modi di interpretare l’ipocondria: è stata associata a differenti livelli di organizzazione della personalità (Rosenfeld 1958; Kernberg 1987; Röder et al. 1995) situazioni postraumatiche in organizzazioni sane (Ferenczi 1916, Anna Freud 1952); sintomi psicosomatici in nevrosi attuali (Freud 1895); narcisismo (Freud 1914, Kohut 1971); manifestazioni di isteria (Ferenczi 1919); stati di regressione del livello di organizzazione borderline (Kernberg 1967); psicosi (Freud 1914, 1915; H. Rosenfeld 1958; D. Rosenfeld 1984). In particolare Freud nel saggio del 1894, Neuropsicosi da difesa, e negli Studi sull’isteria, afferma che i soggetti «rendono inoffensive rappresentazioni ed idee insopportabili, incompatibili, trasformando la loro somma di eccitazione in qualcosa di somatico».

Secondo Anzieu (1984), l’Io si esprime attraverso il corpo, e pertanto possiamo anche accettare che il sintomo ipocondriaco sia trasversale, cioè̀ che sia presente in diverse psicopatologie. È necessario dire, inoltre, che alcune manifestazioni legate all’ipocondria sono legate a situazioni contingenti, ed altre, invece, hanno origine in esperienze arcaiche che trovano rinforzo nelle ripetizioni filogenetiche…si tratta di traumi senza memoria e senza parola. E la parola che non viene detta si trasforma in dolore somatico ed emotivo. Dunque, possiamo dire che l’ipocondria nasconde il bisogno di essere riconosciuti nella propria individualità.

Rubrica a cura della SPPG – Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica e Gruppoanalitica, riconosciuta dal MIUR con Decreto n° 438 del 17 Febbraio 2015 pubblicato sulla G.U. n° 72 del 27 Marzo 2015. Il modello scientifico della Scuola vede l’ accostamento tra la Psicoanalisi freudiana classica, i successivi sviluppi della Psicoterapia Psicodinamica e i vari modelli della Gruppoanalisi. Questi orientamenti rappresentano un approccio alla sofferenza umana che, rivolgendo la propria attenzione ai disagi di natura psicologica e psicopatologica, valuta le profonde interconnessioni tra aspetti consci ed inconsci in quanto espressione dia dell’ esperienza individuale, sia del manifestarsi dei campi familiari, interpersonali e gruppali. https://www.sppg.it

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