Generazione Z

Abbandono e solitudine: la vita che non fiorisce

Lo psichiatra V. Romeo chiarisce alcuni aspetti sul caso del neonato abbandonato sugli scogli superando pregiudizi e accuse

di Vincenzo Maria Romeo - Pisichiatra Psicoterapeuta- - 08 giugno 2024 16:27

L'episodio avvenuto a Reggio Calabria, dove è stato abbandonato morto un neonato al porto di Villa San Giovanni, ha scosso profondamente l'opinione pubblica italiana e le coscienze. Questo evento ha una drammaticità che non trova ragione in un’ epoca, come quella attuale, in cui non si può accettare che non ci sia spazio per una vita. Lo strazio di tutti gli attori di questa terribile vicenda, consapevole o meno che sia, lascia luogo a riflessioni infinite che approfondire sul piano individuale sarebbe come svilire nei suoi aspetti più profondi e difficili.

Forse, l’ unica lettura possibile è davvero quella di rimanere in silenzio rispetto al dramma personale”, invece di sollevare questioni cruciali riguardo alle difficoltà contemporanee nel costruire una famiglia e all'assenza di riferimenti sociali solidi.

Nell'epoca contemporanea, il concetto di famiglia è in continua evoluzione. In Italia, il tasso di natalità è in costante diminuzione. Secondo i dati più recenti dell'Istat, nel 2022 sono nati circa 393.000 bambini, il numero più basso mai registrato dal 1861. In particolare, al Sud, la situazione è particolarmente critica: le regioni meridionali hanno registrato un forte calo delle nascite, con un tasso di natalità che scende sotto il livello di sostituzione (2,1 figli per donna), attestandosi intorno a 1,2 figli per donna.

Le difficoltà economiche, insieme all'aumento dei costi per l'educazione e la cura dei bambini, rendono la decisione di avere figli un passo arduo per molti. L'instabilità lavorativa, soprattutto tra i giovani, e la carenza di politiche di supporto alla famiglia aggravano ulteriormente la situazione.

L'assenza di riferimenti sociali ed il ruolo della comunità

Un altro elemento cruciale che emerge dall'episodio di Reggio Calabria è l'assenza di riferimenti sociali. La ragazza di tredici anni che ha abbandonato il figlio potrebbe aver agito in un contesto di solitudine e mancanza di supporto. In una società in cui i legami comunitari si stanno erodendo, molte persone si trovano prive di reti di sostegno fondamentali.

L'assenza di riferimenti sociali non riguarda solo la mancanza di una famiglia allargata o di una comunità di appartenenza, ma anche l'assenza di modelli positivi di genitorialità e di punti di riferimento stabili. Questa situazione può portare a un senso di disorientamento e a scelte estreme, come quella di abbandonare un figlio.

Il caso di Reggio Calabria solleva interrogativi non solo sulle difficoltà individuali, ma anche sulle responsabilità collettive. In una società che tende sempre più all'individualismo, il supporto comunitario risulta spesso carente, senza che ci sia più uno spazio di reciproca sussidiarietà che possa agire sostegno e anche le più basilari politiche di auto-mutuo-aiuto. La modernità liquida di baumaniana memoria, D’ altra parte, mostra ormai in maniera nitida che questa epoca le strutture sociali sono in continuo mutamento, non sono più riferimenti di significato e, di conseguenza, le relazioni umane, incluse quelle familiari, diventano sempre più fragili e instabili. Questa fluidità si riflette nella difficoltà crescente di svolgere il ruolo di genitore, e nella vacatio epistemologica e di strumenti in cui versa.

L’ epoca dell’ individualismo ed il ruolo della politica

La ricerca della realizzazione personale e dell'autonomia può entrare in conflitto con le responsabilità genitoriali, che richiedono sacrificio e dedizione. I genitori possono sentirsi divisi tra il desiderio di perseguire i propri obiettivi personali e il dovere di prendersi cura dei propri figli, e questo conflitto ormai cornice del terzo millennio, può generare stress e sentimenti di inadeguatezza.

L’ appello è alla capacità di sensibilizzare l’ anima e la coscienza di tutti nel sentirsi co-responsabili, e fattori di cambiamento di una dimensione sociale che non può “sopportare” evidenze così drammatiche. La politica, nella sua dimensione di attenzione al sociale, ha necessità di programmare un’ agenza seria di welfare per pensare e riprogrammare reti realmente presenti e supportive di sostegno efficaci per le giovani madri e per le famiglie in difficoltà…programmi di assistenza psicologica, supporto economico e interventi educativi sono fondamentali per prevenire situazioni in cui la vita ha necessita di poter trovare respiro, e futuro.

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