Eventi, costume e società

Coventry, the british motor city

Lo sport non solo come attività fisica ma piacevole conoscenza geografica e cultura dei luoghi

di William Giovanardi - 17 marzo 2024 19:53


Non so a quanti di voi sia capitato di restare sorpresi, magari rassegnati davanti alle mancanze dei propri figli in tutto ciò che è legato alla geografia (“fosse solo quello..” risponderà con qualcuno). Come insegnante di inglese cerco sempre di fornire anche qualche nozione sulle città più importanti del Regno Unito e degli Stati Uniti. Vi posso assicurare che le risposte non sono confortanti, più di una volta Londra ha preso il volo e si è trasferita dall’altra parte dell’Atlantico, o magari New York è diventata la capitale della Scozia. Spesso, almeno per i ragazzi, mi tocca affidarmi al vecchio trucco della Premiere League.

 Al dire il vero non funziona sempre, o almeno ti tocca perdere altro tempo a spiegare che Arsenal non è una città, oppure che la località si chiama Manchester e basta, senza United o City, o che Birmingham è pur sempre la seconda città dell’Inghilterra anche se non ha grosse tradizioni calcistiche (a parte il trionfo dell’Aston Villa in Coppa dei Campioni nel 1982). Se qualcuno mi chiede informazioni sul mio luogo di nascita, una cittadina appena fuori Coventry, il calcio mi aiuta ben poco. Gli Sky Blues hanno appena raggiunto la semifinale della prestigiosissima FA Cup per la seconda volta nella loro storia. La prima accadde nel 1987, e dopo aver sconfitto il Leeds in semifinale, trionfarono in quel di Wembley, superando il Tottenham (anche questa non è una città, ma oramai ho smesso di correggerli) davanti a 98.000 spettatori.

Da allora, pur essendo tra i club fondatori della premiere League all’inizio degli anni Novanta, è iniziato il loro declino, finendo nella terza serie agli inizi degli anni duemila. Lì vennero addirittura sfrattati dal loro stadio, acquistato da una squadra di rugby, e furono costretti a giocare le gare casalinghe prima a Northampton e poi a Birmingham.

Adesso le cose sono migliorate, sono risaliti in Championship, sono tornati a giocare al Coventry Building Society Arena e l’anno scorso hanno sfiorato il ritorno in premiere, sconfitti solo ai rigori dal Luton Town nella finale playoff di Wembley. Ma se non per il calcio, Coventry, per cosa è famosa? Beh, qui entrano in gioco gli amanti delle quattro ruote, essendo stata in passato sede della Daimler e poi della Jaguar Land Rover.

Attualmente vengono costruiti i famosi “black cabs” di Londra. Per anni è stata considerata la motor city britannica e questo purtroppo ne ha anche segnato il destino durante la Seconda guerra mondiale. Come la maggior parte delle industrie inglesi, anche quelle di Coventry vennero convertite alla produzione di armamenti, munizioni e motori per gli aeri. Durante la “Battle of Britain”, la battaglia aerea che avrebbe respinto il tentativo di Hitler di invadere la Gran Bretagna, la notte del 14 novembre 1940 i bombardieri della Luftwaffe sganciarono 500 tonnellate di ordigni per undici ore. Della città, il giorno dopo restò ben poco. Venne addirittura coniato un verbo, coventrizzare, radere al suolo. Fortunatamente il grosso della popolazione era stato evacuato. Mia madre, i cui genitori erano di Coventry, sarebbe nata qualche mese dopo in una cittadina vicina. A lungo si discusse sul fatto che Churchill fosse a conoscenza del raid, ma non fece nulla per timore che i tedeschi capissero che il loro codice fosse stato decriptato. La verità è che probabilmente fossero a conoscenza di un raid, o blitz come venivano chiamati, ma che questo avrebbe preso di mira Londra o comunque il sud del paese. 

 Dopo la guerra, fu ricostruita, restano ancora le rovine della cattedrale a memoria di quel giorno, e le fabbriche ripresero a costruire automobili fino alla fine dell’ultimo secolo. Come Detroit negli Stati Uniti, anche Coventry ha subito una crisi e molti dei marchi più prestigiosi sono stati ricollocati altrove. Oggi non è proprio una meta turistica, è una città moderna delle Midlands, al centro dell’Inghilterra (mia madre si lamenta sempre di come è probabilmente il posto inglese più lontano dal mare) vicino a Stratford (luogo natale di Shakespeare) e Warwick (famosa per il castello).

 La mia speranza è che un giorno qualche ragazzino la possa associare alla squadra, magari ricordandosi che la città si chiama solo Coventry, e non Coventry city.